Presidenzialismo a metà (Universale Paperbacks il Mulino) (Italian Edition) by Michele Marchi

Presidenzialismo a metà (Universale Paperbacks il Mulino) (Italian Edition) by Michele Marchi

autore:Michele Marchi [Marchi, Michele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Società editrice il Mulino, Spa
pubblicato: 2023-11-03T00:00:00+00:00


7. Le decisive elezioni del 1973 e una tragica fine mandato

A dominare il quadro però ad inizio 1973 sono le importanti elezioni legislative di marzo, banco di prova tanto per l’union, quanto per la nuova maggioranza a guida Pompidou-Messmer. Il primo turno ha l’effetto di una doccia gelata per le forze di maggioranza, che si fermano al 37,9%, mentre la sinistra unitaria arriva al 46%. Con circa il 15% centristi, giscardiani e riformatori costituiscono l’ago della bilancia. È necessario sottolineare l’importanza della legge elettorale maggioritaria a doppio turno che, seppur non costituzionalizzata, costituisce un asse portante decisivo per lo strutturarsi del nuovo regime. Presentata dal generale de Gaulle come fondamentale per lottare contro la nascita di forti e coesi partiti politici, in realtà ha altre due funzioni importanti. Da un lato spinge la sinistra democratica ad allearsi con la sinistra comunista e se questo in un primo tempo sembra creare difficoltà nel tramutarsi in maggioritaria, alla lunga depotenzia lo stesso voto comunista. Dall’altro lato tende a svuotare di significato qualsiasi scelta di terza forza o di centrismo alternativo alla sinistra e alla destra, anzi spingendo proprio il centro verso la destra. E questo è ciò che accade precisamente al II turno delle legislative del 1973. Che si tratti di giscardiani, di riformatori radicali o centristi di tradizione democristiana, l’anticomunismo li spinge verso la maggioranza. Se in termini di voti la sinistra unita può vantare il primato, il dato dei seggi arride alla maggioranza uscente che tra UDR, giscardiani e centristi raggiunge 278 seggi su 490 (il saldo è comunque negativo per 90 seggi rispetto alle legislative del 1968). I socialisti, non solo in termini percentuali, si sono portati a meno di un punto dai comunisti, ma soprattutto dopo i pessimi risultati del 1958, del 1962 e del 1968 (in realtà non così male la FGDS nel 1967), sono tornati ad essere un partito serio, con 103 deputati eletti e il 20,65% al primo turno. In questa prima fase la perdita di voto moderato del PS dovuta al programma comune è in larga parte compensata dall’erosione dello stesso PS proprio nei confronti del PCF, in particolare in alcune aree del Paese (basti pensare alla Seine-Saint-Denis). L’intuizione di Mitterrand si sta dispiegando. Al tassello dell’unione a sinistra delle legislative del 1973 si aggiungerà poi la candidatura presidenziale unitaria del 1974.

Ma il quadro politico che esce dal voto legislativo del 1973 fa risuonare più di qualche campanello d’allarme per il Presidente. Il rifiuto del programma comune è stato netto e peraltro la pubblicazione dell’opera dell’esule del regime sovietico Alexandr Solzenicyn presso le edizioni Le Seuil nell’ottobre 1973 con relativa esplosione mediatica dei cosiddetti nouveaux philosophes creerà numerosi problemi soprattutto al PS. in realtà l’egemonia gollista appare sempre più in bilico, come mostrato dall’importanza dei centristi e dei riformatori per mantenere in piedi la maggioranza assoluta. Messmer da questo punto di vista ha operato in maniera molto attenta, incontrando tra il primo e il secondo turno Lecanuet e negoziando alla perfezione tutte le desistenze. Ma la situazione non è delle migliori nemmeno all’interno del gollismo stesso.



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