Proximis - 3. Oltre il Riflesso by Micol Manzo

Proximis - 3. Oltre il Riflesso by Micol Manzo

autore:Micol Manzo [Manzo, Micol]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781987429565
Google: -j2UtQEACAAJ
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2018-04-15T17:46:28+00:00


Capitolo 9

Sullo schermo del computer portatile di Anibal c’era la foto di un biglietto con sopra un testo in tedesco.

«È di questo che parlavo» Claude indicò l’immagine con aria compiaciuta.

Mi dispiaceva dover smontare il suo entusiasmo, ma continuavo a non capire.

«È un biglietto spiegazzato?» l’osservazione mi uscì come una domanda. Non riuscivo a capire dove volesse arrivare a parare.

Come avevo previsto, Claude afflosciò le spalle e mi guardò a bocca aperta.

«Stai scherzando?»

«Non tutti sono malati di cinema come te, Claude» gli fece notare Anastasia.

«C’entra il cinema?» stavo capendo sempre di meno.

«Eccome!» il fumettista mi guardava sconvolto. Era un attore nato. «Ma non hai letto il messaggio sul foglietto?»

«È in tedesco! Ti ricordo che conosco solo l’italiano» mi avvicinai per guardare meglio. “Der tod ist das spiegelbild des lebens, die täushung die blendung der wirklichkeit”.

Potevo pure spiaccicare la faccia sullo schermo, ma questo non mi avrebbe aiutata a capire il testo.

«Qualcuno può tradurmelo?».

Ludovic digitò sulla tastiera del Pc e sullo schermo comparvero i sottotitoli in inglese.

«Conosco solo…» stavo per ripetere la risposta data a Claude, ma i sottotitoli in italiano mi fecero morire le parole in gola. «Oh».

Sotto l’immagine c’era la frase che mi perseguitava da quando ero in Spagna:

“La morte è il riflesso della vita, l’inganno il riverbero del reale”.

«Ora capisci?» la voce di Claude mi riportò al presente.

«La frase sì, ma il contesto no» corrugai la fronte nella sua direzione. «Dove hai preso questa immagine?»

«Non…» provò a intervenire Aurore, ma il danno era fatto.

Claude si prese la testa tra le mani.

«Non. Puoi. Non. Conoscere. Questo. Film».

E così si tratta di un film, pensai sorpresa.

«È impossibile riconoscere un film da questo fotogramma. Non c’è una persona o un indizio».

Il fumettista si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento.

«Quel foglietto è l’Indizio».

«Mi dici che film è?» incominciavo a stancarmi di quella pagliacciata.

«Già, parla» Kageshi osservava Claude con un sopracciglio alzato.

Il fumettista fece spostare Ludovic dal Pc e mandò avanti il video per poi fermarlo a una scena dove un uomo osservava un suo ritratto affisso alla parete.

Niente da fare, stavamo ancora giocando a “indovina il film”. Il fumettista mi rivolse uno sguardo fiducioso, ma ero lontana dal riconoscere la pellicola, sempre che la conoscessi. Le immagini erano in bianco e nero, leggermente sgranate. Poi pensai a quello che aveva detto quando ero da Kageshi: Germania, 1965.

«Il film è del ’65 ed… è stato girato in Germania?» ipotizzai, incrociando le dita dietro la schiena.

«Sì!» Claude tornò a sfoggiare un sorriso a trentadue denti. «Lo hai riconosciuto?»

«Mmh…» tentennai, «voi lo sapete?» guardai i presenti in cerca d’aiuto.

«È stato prodotto durante il movimento del “Nuovo Cinema Tedesco”» Ludovic si era appena calato nei panni del professore, «quando un gruppo di giovani cineasti firmarono un manifesto, ponendo fine al vecchio cinema tedesco».

«Esatto! Non sbagli un colpo, Lu’!» Claude tornò raggiante. Ringraziai mentalmente Ludovic per il suo intervento. «Ma nessuno di voi riconosce questo capolavoro. Male, molto male! È una perla del cinema di quegli anni».

Anastasia sbuffò. «Quanto la fai lunga!»

«Fa sempre così» anche Anibal stava perdendo la pazienza.



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