Quaranta frustate meno una by Elmore Leonard

Quaranta frustate meno una by Elmore Leonard

autore:Elmore Leonard [Leonard, Elmore]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
ISBN: 9788858426210
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


a. Nel testo originale, il signor Manly fa un gioco di parole, purtroppo intraducibile, dicendo: A race of races [N.?d.?T.].

7.

– Una gara? – disse Frank Shelby. – Che diavolo significa, una gara?

– Significa una gara di corsa, – gli disse Bob Fisher. – Il negro e l’indiano faranno una gara di corsa da un lato del cortile all’altro e ritorno, e tu e ogni altro detenuto di ’sto posto sarete qui fuori a vederla.

– Una corsa, – disse di nuovo Frank Shelby. – A nessuno frega niente, di una gara di corsa.

– Non ve ne deve fregare qualcosa, – disse Fisher. – Non ti sto chiedendo che ti interessi. Ti sto dicendo di chiudere la tua bottega e di portare fuori dal blocco il culo di tutti quanti. Possono starsene qui oppure lungo il muro sud. Entro dieci minuti voglio tutti fuori.

– Questo dovrebbe essere il nostro tempo libero.

– Te lo dico io, quando è il tuo tempo libero.

– E se volessimo fare qualche scommessa?

– Non mi importa, finché mantieni la cosa entro i limiti. Non voglio liti, discussioni, e non voglio dover picchiare niente sulla testa di nessuno.

– Dieci minuti. Questo non ci dà molto tempo per pensare a come scommettere.

– Non sapete chi vincerà, – disse Fisher. – Qual è la differenza?

Piú o meno la metà dei detenuti era già nel cortile. Fisher aspettò che gli altri uscissero in fila dal blocco: i giocatori di carte e i detenuti che potevano permettersi il whiskey di Shelby e quelli che se ne stavano sempre nelle loro brande quando non dovevano mangiare o lavorare. Uscirono dal blocco e rimasero lí, in attesa che accadesse qualcosa. Le guardie su, sul muro, vennero fuori dalle torrette e si misero a guardare anche loro, come se non sapessero cosa stesse succedendo. Bob Fisher non aveva raccontato a nessuno della corsa. Non ci sarebbero voluti piú di due minuti. Disse ai prigionieri di tenere sgombra la parte centrale del cortile. Quelli cominciarono a chiedergli che cosa stava succedendo, ma Fisher si allontanò, incamminandosi verso il refettorio. E fu un bene. Quando il signor Manly comparve in cima alla scalinata in fondo all’edificio, Fisher riuscí a intercettarlo prima che raggiungesse il cortile.

– Farebbe meglio a restare sulla scala.

Il signor Manly sembrava sorpreso. – Avevo intenzione di andare giú insieme ai detenuti.

– È successo già in passato che un sovrintendente sia stato preso e gli sia stato puntato un coltello alla gola finché non è stato aperto il cancello.

– Ma lei ci va, in mezzo ai prigionieri. Tutte le guardie lo fanno.

– Ma se viene preso uno di noi, il cancello rimane chiuso. Questo loro lo sanno. Non sanno cosa potrebbero ottenere con lei.

– Volevo soltanto mescolarmi un po’ a loro, – disse il signor Manly. Poi guardò verso il cortile. – Sono pronti?

– Non appena avranno finito di togliergli i ceppi alle caviglie.

Qualche minuto piú tardi, Raymond e Harold vennero scortati in cortile. I detenuti li scrutarono, qualcuno gridò loro qualcosa. Il signor Manly non



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