Qui non è Nuova York by Maria Teresa Cometto & Glauco Maggi

autore:Maria Teresa Cometto & Glauco Maggi [Cometto, Maria Teresa & Maggi, Glauco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza

28 luglio – La festa della mamma a Grafton, West Virginia

Nostra figlia sta per diventare mamma. Abbiamo pensato a lei visitando oggi l’International Mother’s Day Shrine a Grafton, West Virginia, dove arriviamo continuando a percorrere con grande calma «The Loneliest Road» (US Route 50), molto piacevole, tutta curve, su e giù.

Grafton era stata fiorente da metà Ottocento fino agli anni Ottanta del secolo scorso, quando la sua stazione ferroviaria fu chiusa, decretando la sua decadenza. Ora qui si fermano solo i treni merci, quelli passeggeri sfrecciano veloci.

Pochissimi sanno che è nata qui la festa della mamma. Nemmeno noi lo sapevamo. Anzi, noi pensavamo che, essendo celebrata la seconda domenica di maggio, il mese mariano, fosse legata alla venerazione della Madonna. Invece la festa della mamma è nata nel 1908 per iniziativa di Anna Jarvis, una degli undici figli di Ann Reeves Jarvis, nata nel 1864. Solo quattro di quei bambini raggiunsero l’età adulta, mentre gli altri morirono per le malattie che all’epoca – metà dell’Ottocento – decimavano le comunità degli Appalachi in West Virginia, ma non solo lì: morbillo, febbre tifoide, difterite.

Immaginate, quindi, quanto era duro essere madre a quei tempi. In più, la mamma di Anna dovette tirar su i figli nel mezzo della sanguinosa Guerra civile americana (1861-65). Eppure trovò anche il tempo per dedicarsi agli altri: nel 1858 fondò i Mother’s Day Work Club per organizzare le madri nella lotta contro le malattie e la mortalità infantile; e poi spinse questi club ad assistere e curare i soldati feriti di entrambi gli eserciti. Era convinta che le madri potessero essere le iniziatrici di un processo di pace e di riconciliazione.

Finita la guerra, Ann insegnò catechismo nella Chiesa episcopale metodista di Andrews per parecchi anni. E fu durante una di quelle lezioni che la figlia Anna la sentì dire: «Spero e prego che qualcuno fonderà una festa della mamma per commemorare il servizio che una madre rende all’umanità in ogni campo della vita. Lei se lo merita».

Grande ammiratrice di sua madre, quando Ann morì il 9 maggio 1905 Anna decise di onorarla creando lei la festa della mamma, da tenersi nell’anniversario della scomparsa. La prima celebrazione avvenne tre anni dopo, il 10 maggio, nella stessa chiesa, rinominata Mother’s Day Shrine. L’idea diventò presto popolare in America e nel 1914 fu dichiarata festa nazionale, da tenersi la seconda domenica di maggio.

Come simbolo della festa Anna aveva scelto i garofani bianchi, gli stessi che avevano ornato il feretro di sua mamma, con il bianco a richiamare «la purezza, sincerità e carità dell’amore materno». Tutti sentimenti nobili, presto sommersi dalla capacità di fioristi, cioccolatai e cartoline augurali di impossessarsi della nuova ricorrenza e farne un grande affare commerciale.

Fortemente contrariata dal business cresciuto attorno alla «sua» festa della mamma, nel 1943 Anna lanciò perfino una petizione per abolirla. Divenne la sua ossessione: un sogno trasformato in incubo. Finì in un manicomio di West Chester, in Pennsylvania, dove morì nel 1948. Ironia della sorte, a pagare il conto del suo ricovero nella casa di cura fu in gran parte un gruppo di fioristi, grati per tutti i soldi guadagnati con la festa.

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