Ragazze smarrite by Marco Vichi

Ragazze smarrite by Marco Vichi

autore:Marco Vichi [Vichi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2021-06-09T22:00:00+00:00


Quando presero il raccordo autostradale che portava a Siena era ormai notte. Uscirono poco dopo, a San Casciano, e all’altezza del paese Bordelli accostò nei pressi di una diramazione. Spiegò a Orlanda che la strada a destra rasentava il centro di San Casciano e andava verso Cerbaia, e più oltre a Montespertoli. A sinistra si arrivava a Mercatale, Montefiridolfi e altri paesini. Ma erano tutte e due da escludere, perché l’autista Silverio a un certo punto aveva detto che si trovavano tra San Casciano e Tavarnelle. Se invece si andava avanti si potevano prendere appunto due strade che portavano a Tavarnelle, una era la Cassia, un po’ più breve, l’altra era più lunga e anche un po’ più tortuosa.

«Mi ricordo che c’erano molte curve... Ho anche vomitato...» disse Orlanda. Si vedeva che era indecisa, ma soprattutto era preoccupata di non riuscire nell’impresa. Il sardo controllava la cartina del Geografico Militare. In effetti dire «tra San Casciano e Tavarnelle» era un’indicazione molto approssimativa, un luogo che si poteva indicare sulla cartina, ma la strada poteva essere anche molto distante dalla linea retta che univa con un righello San Casciano e Tavarnelle... Oltre a questo, magari la villa era in cima a una salita lontana dalla strada, oppure dietro una collina boscosa che la teneva un po’ nascosta dalla via principale. Di certo, essendo una villa importante, non era in fondo a una vallata. Non rimaneva che incrociare le dita.

«Allora proviamo con quella più lunga» disse il commissario. Orlanda scambiò il posto con Piras e ripartirono.

«Ogni tanto guardi avanti, altrimenti le verrà la nausea» le suggerì il sardo.

«Va bene.»

«E quando vuole ci fermiamo, non c’è fretta.»

«Grazie...» Orlanda osservava con attenzione la strada, ma di notte si vedevano quasi soltanto luci e macchie di vegetazione. Bordelli guidava lentamente, ogni tanto quasi si fermava, soprattutto alle diramazioni o quando lungo la strada si vedeva una grande villa dall’aspetto riconoscibile o qualcos’altro di particolare. Dopo una mezz’ora, o forse anche di più, non avevano ancora trovato nulla, nemmeno un indizio.

«Questa qua a destra le ricorda qualcosa?»

«No...»

«E qui? Nulla di familiare?»

«No...» La ragazza stava quasi per piangere.

«Orlanda, non si preoccupi, ci vuole pazienza, ma la troveremo. Non abbiamo nessuna fretta, vero Piras?»

«Nessuna fretta» confermò il sardo.

«A casa la stanno aspettando?» aggiunse il commissario.

«Ho detto che andavo a cena con un’amica e poi al cinema.»

«Bene, stia tranquilla. La riaccompagniamo noi a Pistoia.» Per un’altra ora il Maggiolino si mosse su strade e stradine, curve di ogni tipo, salite, discese, incroci, sterrate da spaccarci la macchina. Per non rischiare di perdere tempo inutilmente ripercorrendo lo stesso tragitto, Piras via via segnava sulla cartina le strade dove passavano e anche i villaggi... Pergolato... Malafrasca.... Poggioleto... Salivolpe... Polvereto... Bonazza... Palazzuolo... Marcialla... Stavano battendo la zona palmo a palmo. Se la ragazza era in grado di riconoscere la villa, era impossibile non trovarla... prima o poi.

Passavano i minuti, che ormai erano lunghi come quarti d’ora. Stavano spesso in silenzio. Bordelli guidava tranquillo, Piras segnava le strade sulla cartina, Orlanda spiava la notte come se fosse inseguita.



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