Raggi di paternità - Karol Wojtyla by Malachia

autore:Malachia
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
pubblicato: 2018-10-26T23:00:00+00:00

2. La riserva del figlio

MONICA

1.

La storia di mio padre in me. L'inizio si perde nel buio

della mia anima bambina, - molto tempo prima che avesse inizio

il cammino

dietro le tracce della sua presenza, prima infatti c'era un'assenza. Quando ero una piccola bambina, correvo allegra sull'erba, scacciavo le galline dall'aia, nel mio tettuccio dormivo

con l'orsacchiotto,

poi mi stancai dell'orsacchiotto e da allora dormii con la bambola.

In primavera coglievo fiorellini per qualcuno, per qualcuno, per qualcuno... Papà non era con me, non c'era nessun papà al mondo.

Voglio avere un papà al mondo vicino vicino, vicino al cuore,

debbo cercarmelo, staccarlo dalla fotografia

e con tutta la mia speranza generarlo, generarlo, generarlo...

Molte volte gli portavo i fiorellini mentre lui non era in camera,

li posavo sullo scrittoio e m'allontanavo subito.

Riconoscerà la mia presenza

dal mazzolino rimasto nel vasetto accanto ai suoi libri.

Penserà: «sono nel suo cuore», e mi cercherà nel suo cuore, magari solo per un momento.

Quando ero lontana, scrivendo una lettera strappavo un fiorellino

e lo mettevo nella busta insieme al foglio scritto maldestramente,

perché non ho facilità di scrittura e non sono capace di esprimere

ciò che è in me.

Ma lui capirà tutto da quel fiore che assieme alla lettera

il postino gli porterà e insieme con i miei pensieri,

ma soprattutto col cuore.

Lo crederai?

Se tu non ci fossi sulla terra, guarderei con pena

l'album degli anni d'infanzia e quella non conoscerebbe questa,

né questa, a sua volta, quella. Tutto sarebbe distrutto

non costituirebbe unità; e invece la costituisce.

2.

La storia di mio padre in me comincia con un'assenza

in cui egli doveva continuamente essere, anche se io non l'avvertivo affatto.

In perfetta comunione con la madre, io non sapevo

che un giorno sarebbe esploso,

perché presente in me tutta con le radici come un altro tronco parallelo.

Solo ora maturai veramente: duplice tronco in mezzo a tanti alberi

nel bosco. Quale ricchezza di rami e di fronde e su in alto di chioma,

tutto cresce da un unico sistema; le radici sono infatti comuni.

Così cresceva in me il padre attraverso la madre, e io ero propriamente

la loro unità,

quel frammento, nella totalità dell'albero, attraverso il quale crescono

i due tronchi.

Mi sembrava assolutamente strano che io dovessi essere

il frammento più grosso

(l'albero infatti si divide poi in due fusti paralleli

e ciascuno di questi è già più sottile).

Guardavo dunque piena di stupore

questi pensieri che in me passavano dall'albero sdoppiato.

Così cresceva in me il padre attraverso la madre, ma io a lungo

non mi accorsi,

non avvertii che lui era assente, pur se affondava in me le sue radici.

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3.

Quanto ti amo padre mio,

strano padre generato nella mia anima,

Padre che in me fosti generato per generarmi -

per tanti anni non ho saputo che tanto eri cresciuto in me,

a lungo non ho conosciuto la tua faccia, i caldi occhi, il profilo ricurvo,

fino al giorno in cui ho associato l'immenso desiderio della mia anima

proprio a te...

fino al giorno che l'assenza è dovuta diventare presenza

perché questa era prima...

Padre mio, io lotto per averti. Sii tu in me come io voglio essere in te.

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4.

Adesso siamo nel bosco, gli alberi si ergono alti,

l'ultimo triangolino di luce abbandona la baia tranquilla

tra l'isola dei rami e le onde tremule dell'atmosfera.

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