Riflessi in un occhio d'oro (Einaudi. Stile libero) (Italian Edition) by Carson McCullers

autore:Carson McCullers [McCullers, Carson]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858414361
editore: EINAUDI
pubblicato: 2014-06-16T22:00:00+00:00

La festa dei Penderton cominciò alle sette, e mezz’ora dopo le tre stanze di ricevimento erano gremite. Leonora, magnifica in un abito da sera di velluto crema, ricevette i suoi ospiti da sola. A chi le chiedeva notizie di suo marito rispondeva che (il diavolo se lo portasse!) lei non aveva idea di dove fosse andato, probabilmente un abbandono del tetto coniugale. Tutti ridevano ripetendo le sue parole e descrivevano il capitano divenuto vagabondo, con un bastone sulle spalle e il pacco dei suoi quaderni di appunti avvolto in un fazzoletto rosso. Ma probabilmente aveva deciso di andare in città con l’automobile dopo la cavalcata, e forse gli si era guastata la macchina.

Il lungo tavolo della sala da pranzo era fastosamente apparecchiato e ricoperto di cibi. L’odore del prosciutto, delle costolette, del whisky, era cosí denso e compatto che sembrava di poter mangiare l’aria a cucchiaiate. Dal salotto giungeva il suono della fisarmonica, accompagnato ogni tanto dalle canzoni degli ospiti. L’angolo piú allegro era forse quello del bar improvvisato dove Anacleto, il volto atteggiato a un’espressione studiatissima, colmava con estrema lentezza le coppe del punch. Scorto che ebbe il tenente Weincheck, in piedi tutto solo accanto alla porta, si dedicò per un quarto d’ora a pescare ciliegine e pezzetti di ananas, trascurando una dozzina di ufficiali assetati per offrire al suo caro tenente una coppa perfetta.

La conversazione era talmente animata che riusciva impossibile capirci qualcosa. I nuovi provvedimenti militari e un recente suicidio venivano commentati con uguale interesse. Fra gli invitati (parlavano sotto voce e guardando cautamente in direzione del maggiore Langdon) circolava apprezzatissima una battuta: si diceva che il piccolo filippino avesse l’abitudine di profumare la pipí di Alison Langdon prima di mandarla all’ospedale per l’analisi. La ressa sembrava crescere di continuo, l’animazione era preoccupante, già una torta era caduta da un vassoio e, senza che nessuno se ne avvedesse, era stata calpestata e strascicata sulle scale.

Leonora era allegrissima, dedicava a ciascun invitato una frase gaiamente banale, carezzava con vigore la testa calva del colonnello che comandava il reggimento, un suo vecchio favorito, e non dimenticava di portare personalmente da bere al giovane suonatore di fisarmonica.

– Per Dio, quel ragazzo ha un talento straordinario, – diceva, – può suonare quel che si vuole, basta fischiargli il motivo! Lo avete sentito Oh Pretty Red Wing? Qualunque cosa!

– Davvero straordinario, – approvò il maggiore Langdon, fissando il gruppo che li circondava. – Mia moglie adora la roba classica, Bach diciamo, roba cosí. Io, per me, preferirei ingoiare un rospo. Parlatemi del valzer della Vedova Allegra. Ecco la musica che fa per me. Ritmo, melodia!

Il valzer con i suoi glissando e l’arrivo del generale calmarono un poco quell’allegro tumulto. Leonora si divertiva tanto che solo dopo le otto cominciò a preoccuparsi per l’assenza di suo marito, mentre gli ospiti ne erano impensieriti da un pezzo. Immaginavano un incidente o almeno uno scandalo, e di conseguenza persino chi era arrivato fra i primi decise di prolungare la visita fino al momento in cui

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