Roberto Re - Smettila di incasinarti by Smettila di incasinarti

Roberto Re - Smettila di incasinarti by Smettila di incasinarti

autore:Smettila di incasinarti [incasinarti, Smettila di]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-06-04T22:00:00+00:00


- "Ci tenevo così tanto che non ho ancora smesso di starci male... "

- “Poverina, guarda come soffre: si vede che gli voleva proprio bene.“

- “Dopo averla persa non sono più riuscito a riprendermi."

- "Per amore dei miei figli, nella vita ho rinunciato a tutto!"

Ovviamente questo discorso vale in particolare per i rapporti affettivi, sia quelli sentimentali, per cui le pene d'amore sono considerate un'evidentissima dimostrazione d'affetto (e giammai di immaturità emozionale!), sia per quelli tra genitori e figli. E questo caso merita un discorso particolare.

Il grado di amore verso i figli è spesso commisurato, in maniera quasi scientifica, alla quantità di privazioni e di rinunce che i genitori sono in grado di applicare a se stessi. Gli "enti" preposti alla misurazione sono la società, i parenti in rigoroso ordine di vicinanza, poi il proprio partner e, per ultimo, il giudice più severo: il genitore stesso.

Il discorso riguarda in ugual misura i papà e le mamme, soprattutto se alle prime esperienze. Nella prima fase di vita del bambino, com'è ovvio che sia, il condizionamento riguarda più la madre, mentre i papà aspettano a evidenziare il proprio capitale di rinunce e sacrifici quando i figli cominciano a prendere decisioni che non condividono.

Essere genitori oggi è indubbiamente diverso rispetto anche solo a trent'anni fa, in particolare per le mamme, visto quanto è cambiato il ruolo della donna negli ultimi decenni. Oggi moltissime donne non si limitano a svolgere il ruolo di mamma, con tutti gli annessi e connessi, ma cercano legittimamente soddisfazione personale anche nel lavoro. E ovviamente non si accontentano di svolgere così così entrambe le attività, ma cercano in genere, com'è nella natura femminile, di fare al meglio sia la mamma sia la professionista o l'impiegata o la negoziante o qualsiasi cosa sia. Quindi se già prima fare la mamma era impegnativo, per queste donne lo è cento volte di più! Molte nonne però non approvano questa scelta e non perdono occasione per rimarcarlo alle loro figliolette (che non sono più bambine da tanti anni, ma purtroppo loro non se ne sono ancora accorte!), spesso criticandole e chiamandole egoiste o irresponsabili perché non potranno essere delle buone madri. Dovrebbero rinunciare a ogni aspirazione, limitarsi, censurarsi e sacrificarsi per il bene dei bambini: in poche parole dovrebbero soffrire per amore! E loro, che ovviamente sono state sempre delle madri perfette, hanno il diritto e il dovere di ricordarlo alle proprie figlie, riuscendo spesso a farle sentire incredibilmente in colpa e giudicate negativamente.

Quindi, nonostante queste giovani madri si facciano in quattro ogni giorno, dando il massimo di loro stesse per essere madri straordinarie e, soprattutto, un esempio per i loro figli, si sentono spesso NON ok, da un lato perché ricevono continue critiche dal loro modello di madre, dall'altro perché si paragonano a quel modello e si mettono spesso in discussione chiedendosi: "Starò sbagliando? Avrà forse ragione mia madre? Forse dovrei rinunciare a me stessa per stare con i miei figli tanto quanto lei stava con me...

Fondamentalmente non si sentono OK perché,



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