(Rokesby 04) Due cuori e uno scandalo by Julia Quinn

autore:Julia Quinn [Quinn, Julia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-06-08T12:00:00+00:00

13

Non era stato nulla di sfarzoso.

La cerimonia era stata deliziosa, il rinfresco altrettanto.

Il viaggio verso nord, invece…

Nessuno ne sarebbe uscito vivo se non si fosse riuscito a fare qualcosa per Cat-Head.

Le altre due micie non furono un problema. Judyth si era acciambellata nel suo cestino come un vero e proprio felino e si era addormentata. Blanche aveva sentito la necessità di dimostrare il proprio sdegno verso tutti gli umani, così aveva passato qualche minuto ad agitarsi e a soffiare fino a quando non si era rintanata nell’angolino più nascosto del sedile imbottito della carrozza.

Georgie sapeva come gestire una Blanche furiosa. La micia poteva essere scontrosa e indignata, ma scendeva sempre a più miti consigli con qualche pezzetto di formaggio.

Cat-Head, invece…

Miagolò.

Ululò.

Emise dei versi che Georgie non avrebbe mai ritenuto possibile udire al di fuori del purgatorio o dell’inferno. Se fosse stata sola, avrebbe resistito a una simile tortura, ma non sapeva per quanto ancora potesse infliggere una presenza così molesta ai suoi compagni di viaggio, che nel frattempo erano diventati una quindicina.

“Miaooo!”

Georgie guardò nervosamente in direzione di Nicholas, seduto di fronte a lei e ammirevolmente impegnato nel mascherare i propri trasalimenti. Molto meglio di…

“Miaooo!”

… Marian, la domestica, che sembrava avere sviluppato un tic nervoso alla guancia sinistra.

“Miaooo!”

— Cat-Head, sta’ buono. — Georgie lo accarezzò sulla testa, pensando chissà come che potesse servire, a differenza delle centosessantatré suppliche precedenti.

“Miaooo!”

— Da quanto siamo in viaggio? — chiese la cameriera.

— Non ho l’orologio — rispose Georgie, allegra.

— Io sì — intervenne Nicholas senza staccare gli occhi dal suo gazzettino medico. — Da tre ore.

— Solo? — commentò Georgie con un filo di voce.

“Miaooo!”

L’occhio di Marian iniziò a tremolare.

Georgie fissò Nicholas spalancando le palpebre e puntando il mento all’infuori, come a volerlo supplicare di fare qualcosa.

Lui le rispose con la medesima espressione, ma al posto di alzare il mento, piegò la testa da un lato, come per chiedere in che modo potesse rendersi utile.

Georgie sollevò di nuovo il mento.

Nicholas inclinò la testa.

Entrambi spalancarono gli occhi.

— Qualcosa non va? — chiese Marian.

— Nicholas, perché non offri a Marian un sorso del tuo whisky?

Lui la guardò come a voler dire: “Come avrei potuto immaginarlo da tutte quelle smorfie?”.

— Ecco, signorina…

“Miaooo!”

— Signorina Georgiana — gracchiò la poveretta. — Non so quanto a lungo riuscirò…

— Un goccetto? — Nicholas le piazzò la fiaschetta davanti alla faccia.

La donna annuì con sollievo e bevve un sorso.

“Miaooo!”

— Georgie, non possiamo fare niente? — domandò Nicholas.

Meritava tutta la sua ammirazione per avere sopportato così a lungo prima di dire qualcosa, ma tre ore di miagolio costante avevano scosso i nervi anche a lei. — Se così fosse, non credi che lo avrei già fatto?

“Miaooo!”

Marian svuotò la fiaschetta.

— Continuerà così fino a Edimburgo? — volle sapere Nicholas.

— Che Dio ce ne scampi — borbottò la domestica.

— Non lo so — ammise Georgie staccando gli occhi dalla cameriera, che non aveva mai visto bere più di un quarto di bicchiere di sherry. — È la prima volta che lo porto in carrozza. Le altre due se la stanno cavando piuttosto bene, però.

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