Rory Clements by Rory Clements

Rory Clements by Rory Clements

autore:Rory Clements [Clements, Rory]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


26

Lord Howard di Effingham, grande ammiraglio della Marina militare e padre adottivo di lady Blanche Howard, non era in casa.

Il suo maggiordomo, Robin Johnson, accolse cordialmente Shakespeare introducendolo nel vasto salone dell'imponente dimora che Howard spesso usava in quel periodo. Alta e solenne al margine del parco di Deptford, vicino alla scena dell'attentato a Drake, la casa era in un'ottima posizione per Howard, impegnato nell'allestimento della flotta in vista dell'attacco spagnolo, e spesso chiamato a corte nel palazzo di Greenwich, a meno di un miglio verso est, dall'altra parte del piccolo fiume di Deptford. Johnson, un uomo garbato che sapeva mettere a proprio agio i visitatori, riferì a Shakespeare che l'ammiraglio si trovava nei cantieri reali per super-visionare i rifornimenti. Insieme i due si incamminarono attraverso il parco.

«Sono giorni difficili per il vostro padrone, Johnson.»

«Sì, signore. La famiglia è in lutto per la morte di lady Blanche.»

Una brezza fresca si levò dal Tamigi, da oriente. I gabbiani planavano nel vento, battendo leggermente le ali per contrastarne l'impeto, tanto da sembrare immobili nell'aria.

«Avete qualche ipotesi su chi possa averla uccisa?»

«Temo di no, signore. Mi auguro solo che il colpevole sia portato davanti alla giustizia il prima possibile.» Johnson si interruppe. «Siamo arrivati. Vedo l'ammiraglio.» Indicò un gruppetto sul cassero di un brigantino. In mezzo spiccava l'alta figura di Howard di Effingham, inconfondibile con la sua ciocca di capelli bianchi.

Shakespeare procedette in quella direzione a grandi passi. Howard era con Diego, il capitano Stanley e altri tre uomini, mentre Drake in ginocchio tracciava su una pergamena i piani d'attacco. Peccato che il viceammiraglio non lavorasse sotto coperta, fuori della portata dei moschetti. Poco più in là, Boltfoot Cooper li osservava e contemporaneamente teneva d'occhio la folla sul molo. Individuò subito Shakespeare e con la testa gli fece cenno di averlo riconosciuto. Perlomeno lui era abbastanza attento, ma era chiaro che Drake era esposto, vulnerabile e indifferente al pericolo come suo solito. L'attentato non lo aveva turbato minimamente.

Drake levò lo sguardo dagli schizzi. «Allora, messer Shakespeare, come state?» disse con voce tonante. «Venite a vedere se sono ancora vivo? Sì, maledizione, lo sono. E purtroppo anche quel maledetto Cooper.»

«Sir Francis, noto con soddisfazione che siete vivo e in ottima forma. Come sta il timoniere?»

«Non bene, ma il chirurgo dice che sopravvivrà. Come per ogni cosa, dipende dalla volontà di Dio. Cosa volete da me?»

«Chiedervi una cosa. Come ha fatto l'attentatore a sapere dove e quando sareste approdato e sbarcato?»

Drake liquidò la domanda. «Sarà rimasto a osservare e aspettare. Sono sempre qui, da buon lupo di mare. È qui che si trovano le mie navi.»

Shakespeare non si fece incantare da quella spiegazione, ma non fece commenti. Sapeva che era inutile contraddire sir Francis Drake. Lo ringraziò e si rivolse a lord Howard di Effingham. Il loro precedente incontro era stato insoddisfacente; ma questa volta non si sarebbe lasciato congedare. Era sicuro che l'ammiraglio sapesse altro sulla figlia adottiva. «Posso parlarvi da solo, mio signore?»

Howard lo condusse sotto coperta nella grande cabina e chiuse la porta, poi prese una boraccia di acquavite posata sul tavolo e riempì due coppe.



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