Royal baby by Antonio Caprarica

Royal baby by Antonio Caprarica

autore:Antonio Caprarica [Caprarica, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820063320
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2018-04-23T22:00:00+00:00


Se maggiore è troppo, viceré va bene

Il nome completo del duca di Clarence e Avondale era in effetti un po’ più lungo. E non erano stati i genitori a deciderlo. Quando il piccolo, all’inizio del 1864, era stato portato al fonte battesimale per essere accolto in seno alla Chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury aveva posto la domanda di rito, chiedendo quale sarebbe stato il suo nome. Non rispose il giovane papà Bertie ma una donnina con la cuffia vedovile e una cascata di diamanti: «Albert Victor Christian Edward». Vittoria aveva allora quarantacinque anni, piccola, pesante, tozza, e vedova da tre vestiva perennemente di nero come una vecchia. Ma l’ultima dei suoi nove figli aveva appena sei anni, e proprio dalla sorellina Beatrice il ventiduenne principe di Galles aveva appreso come mammà intendeva chiamare il suo primogenito.

Sforzandosi di celare l’irritazione, aveva scritto alla sovrana per chiederle conferma dell’anticipazione della bambina. E Vittoria aveva non solo confermato ma anche spiegato: era suo desiderio, e dunque ordine, che tutti i maschi di Casa Reale sino agli ultimi giorni della monarchia avessero sempre tra gli altri nomi quello dell’adorato marito Alberto, e tutte le femmine il suo stesso, Vittoria. Né Bertie né la diciannovenne moglie danese osarono sfidare Sua Maestà. Ma sin dal primo istante chiamarono Eddy il loro amatissimo bambino, e così fecero tutti gli altri tranne, ovviamente, la temibile (ma affezionata) nonna.

Fra i tanti misteri e impicci che avvolgono la breve vita del re che l’Inghilterra non ebbe, la sotterranea contesa sul suo nome sembra un presagio di identità indistinta, di quei contorni nebbiosi che fanno stingere l’immagine di Albert Victor sullo sfondo dei dagherrotipi dell’epoca. In verità, perfino sull’aspetto del neonato le testimonianze divergono. Dopo averlo esaminato da vicino, nonna Vittoria lo dichiarò con una certa preoccupazione «una piccola fragile cosa», e questo allarmato giudizio bastò ai pettegoli di Corte per stabilire che il bimbo non avrebbe mai regnato. Ci azzeccarono, ma in realtà niente alla nascita lo lasciava presumere. E anzi il principino appariva forte e in salute, sebbene pesasse meno di due chili, e pour cause: era venuto al mondo con due mesi di anticipo, l’8 gennaio 1864. Quel giorno la madre, la bella e affascinante principessa Alexandra di Danimarca, sposata da meno di un anno, era corsa a vedere il suo adorato Bertie giocare a hockey su uno stagno ghiacciato a Virginia Water, vicino a Windsor. Come se non bastasse, dopo si erano divertiti – lei pesantemente incinta – a volteggiare in slitta sul ghiaccio. La sera stessa era cominciato il travaglio.

Per fortuna il parto era stato rapido e senza complicazioni, sebbene fosse avvenuto ben prima e ben lontano da dove era stato programmato. Tutto infatti era pronto nella residenza londinese dei Galles, ma per le vacanze di Natale la coppia era stata ospitata dalla regina a Frogmore, un cottage nel parco del castello di Windsor. E ovviamente lì non c’era assolutamente niente, nemmeno il corredino per il neonato. Il nascituro, e i suoi genitori, furono fortunati che



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