SAS73 Il Volo 007 Non risponde by Gérard De Villiers

SAS73 Il Volo 007 Non risponde by Gérard De Villiers

autore:Gérard De Villiers [Villiers, Gérard De]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-28T13:19:01+00:00


Pareva che al Tucano la conoscessero bene dato che rispondeva con un sorriso abbagliante al saluto di molti uomini. Malko le chiese divertito: — Sono tutti tuoi amanti?

— Alcuni sì. Ma non farti idee sbagliate. Non sono una puttana. Il mio ex marito mi ha lasciato cinque milioni di dollari, solo che non li tocco perché mi piace guadagnarmi da sola il denaro. Nel modo che preferisco. Potrei risposarmi facilmente ma voglio conservare la mia libertà. Mi permette di concedermi delle soddisfazioni, di tanto in tanto.

Malko dovette convenire che aveva ragione. Benché avesse fatto l’amore con Joyce un’ora prima era pronto a ricominciare. Il fascino di quella donna era innegabile. Malko bevve un sorso di vino rosso, godendosi l’atmosfera raffinata dei Tucano. Soon Wha pareva essersi spenta e aveva lo sguardo perso nel vuoto.

— Che cos’è successo? — le domandò Malko.

La coreana abbozzò un sorriso un po’ forzato.

— Oh, nulla. Mi hanno appena telefonato che i ladri hanno visitato la mia camera, all’albergo Hudson.

— Mi dispiace — disse Malko, sincero.

Le stecche della guêpière premevano contro il vestito di Malko come se volessero penetrare nella pelle. Joyce ballava sempre nello stesso modo. Quasi immobile in un angolo della pista del Club A, una discoteca attigua al Tucano, si strofinava lascivamente contro il suo cavaliere e gli mormorava all’orecchio delle oscenità con un sorriso angelico. Malko aveva ballato anche con Soon Wha, che sembrava una liana duttile, carica di erotismo. Joyce sbadigliò ostentatamente.

— C’è troppa gente, adesso. Andiamocene.

Malko si sentiva la testa leggera come una bollicina di champagne. Ne avevano bevuto due bottiglie, al Club A. La prospettiva di rifare l’amore con Joyce lo affascinava. Anche perché sperava di poterle strappare qualche altra informazione sul misterioso Sam.

Erano ancora al guardaroba quando Soon Wha domandò con voce timida: —

Potete accompagnarmi ai mio albergo? Ho paura, dopo quel furto.

Non si poteva darle torto.

Malko cercò lo sguardo di Joyce. Magnanima, la giovane donna gli disse: —

Accompagnala e poi torna subito.

Una fila di lunghe berline dai vetri azzurrati, irte di antenne, era in attesa davanti al Club A, insieme ad alcuni taxi. Joyce si avviò senza esitare verso una Lincoln bianca che non finiva mai. Malko vide che la macchina dei due gorilla, ferma dietro la berlina, si spostava e passava dietro a quella su cui erano saliti lui e le due donne.

L’auto partì silenziosamente. Pareva di essere su una nave tanto si sobbalzava sulle strade sconnesse di New York. Cinque minuti dopo, l’auto si fermò davanti alla Trump Tower, più che mai avvolta nella nebbia.

— A più tardi! — disse Joyce, baciando leggermente Malko sulla bocca.

— Cinquantasettesima Ovest — disse Malko all’autista. — Hudson Hotel.

Con la nebbia, Manhattan aveva assunto l’aspetto irreale di una scena di fantascienza.

Soon Wha distese le gambe e posò i piedi sul sedile davanti a lei.

— Mi piacciono le automobili grandi — disse. — Ci si potrebbe fare l’amore.

Evidentemente aveva una gran voglia di fare un dispetto alla sua amichetta.

Malgrado la comodità della macchina, i sobbalzi erano continui, a ogni buca della strada.



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