Scarlett (Italian Edition) by Barbara Baraldi

Scarlett (Italian Edition) by Barbara Baraldi

autore:Barbara Baraldi [Baraldi, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2021-05-06T22:00:00+00:00


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Mikael mi tende il braccio per aiutarmi a scendere dalla moto. — Cosa ne dici di un concerto?

— Un concerto dei Dead Stones? Quando? Dove? — Scarlett… una domanda alla volta, per carità!

— All’Infierno, un locale in centro. Secondo me ti piacerà.

Sono sicura che mi piacerà. Vorrei rispondergli con un: “Certo! A che ora mi passi a prendere?” Ma penso che lui è sempre sfuggente. Si avvicina di un passo per poi allontanarsi di dieci. Bisogna che mi faccia un po’ desiderare.

Mi mordo le labbra, niente risposte precipitose. Imposto il tono della voce e: — Ci penserò — dico.

— Ok, lei ci penserà…

Sorride e devo trattenermi dall’aggiungere: “Ci ho pensato abbastanza, sììì!” Quindi taccio e rimango incantata dalla perfezione marmorea dei suoi lineamenti.

Nonna sarebbe orgogliosa di me. Dice che non bisogna mostrarsi troppo interessate, se qualcuno ci piace davvero. Mi fido, anche se non so se è un bene o un male che abbia avuto tre mariti e una serie di amanti degna di un romanzo di fine Ottocento!

— Allora ciao, Mikael e… grazie per il passaggio.

La moto riparte, tiro un lungo sospiro. La sua presenza mi ha fatto dimenticare per un istante le brutte sensazioni e i ricordi dolorosi.

Entro in casa, finalmente leggera. Dura poco.

Simona mi guarda torva. Terzo grado in arrivo: — Il ragazzo in moto… chi sarebbe?

— Un amico.

— Non c’era un patto tra noi? Niente passaggi da sconosciuti, soprattutto neopatentati.

— Non è uno sconosciuto! Fa la mia stessa scuola. E che ne sai di quando ha preso la patente? E poi avevi detto niente passaggi in macchina, non in moto…

— Peggio ancora! La moto è più pericolosa.

— E da quando? Dai, mamma, non ho fatto niente di male! Oggi è stata una giornata difficile e ho accettato un passaggio, tutto qui.

Le scivolo accanto e mi rifugio in cucina in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

— Non ho ancora finito con te, signorina. — Mi raggiunge e si piazza alle mie spalle. A tavola c’è un piatto di minestra fredda che mi attende. Prendo una mela e un crostino di pane. Ho bisogno di un attimo di tranquillità, non chiedo altro. Le giro attorno per fuggire in camera, ma lei mi afferra per il braccio. — Niente passaggi in auto, in moto o con qualsiasi altro mezzo! E da oggi si mangia a tavola, quello che ti metto davanti! Basta snack al volo in camera tua, siamo una famiglia!

— Non lo capisci che sto male? Il mio migliore amico è morto, forse l’hanno ammazzato! A scuola mi trattano come un’aliena. Ho solo bisogno di un po’ di pace! — grido esasperata.

— Adesso ti siedi a tavola e mi stai ad ascoltare.

— Altrimenti? — Mi avvicino di un passo.

Uno schiaffo. Secco, inaspettato. L’istantanea dei lineamenti contratti del suo volto, occhi duri trasfigurati dalla rabbia. Uno sguardo che fa molto più male del colpo.

Non mi aveva mai picchiata, mia madre. Stringo i pugni e trattengo le lacrime. Non le darò la soddisfazione di vedermi piangere.

— Scusami — sussurra.



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