Scuola Z by Ignacio Mallén

autore:Ignacio Mallén
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ignacio Mallén
pubblicato: 2016-04-06T00:00:00+00:00

00:07AM

— Ricordati, non fare nessun rumore o potrebbero sentirti

— Va bene.

— E’ molto importante, non so cosa potrebbero farci.

— Sì, va bene — Borja voleva solo entrare una volta per tutte.

Abel non era molto d’accordo col piano ma non aveva scelta, qualcuno doveva rimanere di guardia mentre l’altro stava dentro.

Le regole erano chiare, Abel rimaneva sulla porta dell’aula 13, e se qualcuno si avvicinava o se sentiva un qualche rumore, avrebbe dato un colpo alla porta per avvertire Borja.

— Ricordati che devi farlo in questa parete, dietro la cattedra del professore. Così se viene qualcuno e guarda dal vetro della porta, potrai nasconderti — ricordò Abel.

— Sì,sì. Fammi entrare adesso.

— Stai attento, anche se non possono muoversi, possono sempre mordere. Ho solo due preservativi quindi hai solo una possibilità. Sfruttala bene.

Abel li aveva trovati mentre rovistava nelle classi. Il suo tesoro non erano solo le sigarette.

L’idea era venuta a lui e aveva più voglia di chiunque altro di entrare per Ainhoa, ma era più prudente che entrasse prima Borja. Voleva assicurarsi di poter uscire vivo dall’esperienza. Inoltre, aveva bisogno di avere qualcuno che lo appoggiasse lì dentro per sopravvivere, e quello era un buon modo per avere come alleato Borja, non aveva potuto dargli Lorena come gli aveva chiesto, ma non era in posizione di scegliere.

— E un’altra cosa, a te tocca Ester, Ainhoa è mia.

— Va bene Abel, ne abbiamo già parlato. Per favore fammi entrare adesso.

— Va bene entra.

Aprì la porta e Borja saltò, con la poca grazia che gli permettevano le sue gambe, alimentate in eccesso, le due ragazze che si accalcavano all’entrata della classe. Abel chiuse velocemente, prima che qualcuno potesse fare la sua apparizione in un qualche punto del corridoio.

Non volle vedere.

Un rumore dovuto allo spostamento di sedie e banchi.

Cazzo Borja, pensò, avevamo detto che lo avresti fatto in silenzio.

Per fortuna non sentì nessun altro rumore che potesse allertare gli altri.

Dopo quello che era successo a Jennifer e a Victor, nessuno aveva il coraggio di scendere a quel piano, tanto meno di notte, ma le persone cambiavano velocemente idea.

Tutto ciò gli era venuto in mente dopo essere uscito da lì, con Alvaro e la droga.

Avendogli spezzato braccia e gambe a Ainhoa e a Ester, aveva ridotto loro la mobilità, impedendogli addirittura di alzarsi e toccare la maniglia. Fu un allivio perchè Abel aveva rotto la serratura quando l’aveva forzata.

Nessuno ne era al corrente, ovviamente. Le ucciderebbero con un colpo alla testa se sapessero che la porta dell’aula 13 non si può più chiudere e che per questo sarebbero potute uscire dando una spinta sufficientemente forte. Non voleva che accadesse. Inoltre avrebbero investigato sull’accaduto. Brutta storia.

Ma il fatto che Ainhoa ed Ester, l’unica cosa che potessero fare era trascinarsi, implicava anche un’altra questione.

Due liceali mute e indifese — una delle quali aveva la gonna abbassata fino alle ginocchia — chiuse in una stanza da cui tutti si tenevano lontani.

Rimaneva solo una questione a cui pensare. Se fosse entrato e qualcuno si fosse avvicinato nei pressi, non avrebbe potuto saperlo.

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