Se è tortora all'acqua torna by Luca Fiocca

autore:Luca Fiocca [Fiocca, Luca]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Ikonos
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Stella

Sgusciava dal mare come una Venere, quel giorno di una lunga e rovente estate, e per pura scommessa fatta con alcuni cari amici, sempre loro, avvicinai Stella chiedendole come fosse l’acqua, poiché spirava una gelida brezza proveniente da nord-est. Mi rispose, sorridendo, che l’acqua era bagnata, ma ciò non la fece esimere dal concedermi, immediatamente dopo, un po’ di confidenza in più. Le detti qualche svogliata lezione di nuoto e mi accordai per il dopo cena.

La sera la baciai sfoderando dal mio repertorio nientepopodimeno che una citazione tratta da Cyrano de Bergerac: «Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante».

La sedussi grazie alla meraviglia che tali parole poterono destare nel suo animo sensibile e gentile? Oppure si lasciò andare per il mio savoir-faire? Di certo, quella sera si aprì a me come il fogliame a stella di una palma facendomi godere un’impareggiabile dolcezza.

Aigele

Una bolognese godereccia, conosciuta in settembre, le cui dritte gambe somigliavano a due pertiche tanto lunghe da potercisi quasi arrampicare; l’avevo seguita una mattina per capire in quale lido si denudasse e il giorno seguente avevo preso un ombrellone proprio accanto al suo. Giunse di buon mattino e ricordo che indossava una bianca camicetta di lino grezzo che metteva in risalto le sue gambe ben tornite: un’impercettibile cavigliera d’oro adornava l’estremità d’un affusolato polpaccio, magnificamente abbronzato, come tutto il resto del corpo, d’una patina dorata che ricordava i riflessi dei ghiacciai sotto il solleone. Non fu poi così difficile conoscerla, per via del più tradizionale e semplice degli abbordaggi: «L’ho vista passare, è una habitué del lido?» Era una donna loquace e fu semplice imbastire un’interessante conversazione…

Le onde, che nel frattempo parevano portate in spalla da Nettuno, si erano fatte livide e minacciose e si allungavano urlanti e schiumose, pulsanti come gole d’uccelli, fino a raggiungere i suoi splendidi piedi. Lei, divertita e incuriosita, si spostava nella mia direzione, ignara o forse lussuriosamente consapevole della rete che avevo teso per lei…

Furono ore spensierate e rigeneranti.

Ah, le emiliane, che gioia! Ah, le settembrine…!

Marta

Conobbi Marta, una splendida e soave impiegata di un piccolo supermercato, in una sala da tè, mentre era intenta a sorseggiare una bevanda in compagnia d’alcune sue amiche. Marta era ridente e fuggitiva: aveva un viso da fotomodella, gli occhi vispi e penetranti e una bocca senza fine, contornata da labbra assottigliate e ben truccate. Avrei voluto tuffarmi nei suoi ampi sorrisi quella domenica pomeriggio e annegare tutti i miei pensieri, ma dovetti rimandare l’impresa ad altra data. L’approccio sembrava impossibile in quanto, essendo noi in quattro, si rischiava di “rimbalzare” alla grande, anche perché le pulzelle erano immerse nei loro racconti; e poi il locale era affollato e non si prestava, quindi, a un avvicinamento da manuale. Dovetti sfoderare dal cilindro una magia: pagai il conto delle ragazze e diedi una mancia al cameriere che si prestò a farci da complice.

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