Se non ora quando? by Eve Ensler

Se non ora quando? by Eve Ensler

autore:Eve Ensler [Ensler, Eve]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858506172
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


IN MEMORIA DI IMETTE

di Periel Aschenbrand

Anche se sono una tipa tosta – o mi piace pensare di esserlo – in un angolo del mio cervello sono sempre perfettamente consapevole che in qualsiasi momento potrei essere stuprata.

Il fatto che io sia completamente paranoica non toglie valore all’altro fatto, e cioè che questo è vero.

Così, quando qualcuno ha dato un passaggio a Imette St. Guillen, studentessa dell’università di New York, l’ha sodomizzata e violentata ripetutamente e le ha legato le mani dietro la schiena e le ha infilato un calzino in gola e le ha avvolto la faccia con nastro da imballaggio e le ha tagliato i lunghi capelli neri e le ha reciso l’area dei genitali prima di abbandonarla ai bordi della Belt Parkway, mi sono resa conto all’istante che sarebbe potuto benissimo capitare a me.

Per dirne una, il bar in cui è stata vista viva per l’ultima volta è all’angolo sotto casa mia.

E questo solo per dirne una.

Nei primi giorni mi sono barricata nel mio appartamento. Sono arrivata al punto di avere paura a fare una doccia. E non si tratta di semplici fantasie sull’uomo nero. Ho letto praticamente tutti i libri che parlano dei profili psicologici dei criminali elaborati dall’FBI, e tutti i libri di Ann Rule. Le persone ignoranti che mi vogliono bene hanno provato a dirmi che stavo reagendo in modo eccessivo, ma è stato inutile. Io so di che cazzo sto parlando.

Ho detto fin dall’inizio che chi aveva fatto questo a Imette era un serial killer, e tutti mi dicevano, Periel, su, datti una regolata.

E così ho fatto.

Sono andata all’armeria di John Jovino, anche quella sta nella mia via, e ho comprato uno spray urticante e uno Screecher, che sembra un estintore in miniatura ma produce un suono fortissimo, e un coltello da caccia cazzuto con il quale, se necessario, potrei tagliare i testicoli a qualcuno. Ho cercato di comprare una pistola elettrica, ma il cinese dietro il bancone ha detto: «Liselvato polizia».

Mi è dispiaciuto perché pensavo che la pistola, oltre a permettermi di immobilizzare qualcuno, sarebbe stata un accessorio niente male. Mi sono accontentata, e per un paio di settimane sono andata in giro con le mani in tasca, lo Screecher da una parte e lo spray dall’altra. Ero terrorizzata. Ed ero anche pronta a fare molto male a qualcuno.

A cena, tracciando il profilo del killer, ho spiegato che chi commette un crimine come questo non è nuovo agli stupri, perché è stato un crimine bene organizzato. Dal modo in cui l’ha uccisa è evidente che ne ha goduto e che non è un tipo che si possa rieducare: dalla violenza che ha scatenato, si direbbe che ha fantasticato su una cosa del genere per anni. Il mio amico mi ha guardato e ha detto, impassibile: caspita, P., tu sì che hai capito tutto di questo caso.

E io: prendimi in giro se vuoi, ma vedrai. Quando lo troveranno, scopriranno che questo tizio ha già violentato e ucciso in passato. E se non lo troveranno, sicuramente lo farà ancora.



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