Segretissimo 0618 - Sam Durell attacca su due fronti by Edward S. Aarons

autore:Edward S. Aarons [Aarons, Edward S.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Segretissimo, Spionaggio, Durell, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 2013-09-04T22:00:00+00:00

– Deborah? Signorina Quayle? Che c’è?

– Niente.

– Ricordate qualcosa?

– Pensavo a mia madre.

– Già, vi avevo ricordato che vostra madre era morta a Ca’ d’Orizon. Ma che altro vi ha stimolato la memoria?

– È stato un brutto periodo per me. Ecco tutto.

– Che altro?

Ora lei ricordava che Rufus le aveva dato l’anello due giorni dopo il funerale. Suo padre aveva detto: – Mandamelo, se avrai bisogno d’aiuto, Debbie. Ma dubito che tu ti troverai nella necessità di trasmettermi un appello del genere.

– Avrò sempre bisogno di te papà

– E io di te, piccola. I tempi cambiano, non sappiamo che cosa ci riserva il futuro. Non mi chiamerai invano, naturalmente.

– E tu papà?

– Io sto bene. Non preoccuparti per me.

– Non avrai bisogno di qualcosa?

– Penso di no, bambina.

Sembrava una torre, che emanava una forza quasi brutale; ma lei si sentiva sicura, con suo padre vicino. Gli occhi azzurri di lui erano diventati neri mentre fissava nel vuoto per un momento. Il gigante aveva lasciato scorrere lo sguardo sulle paludi dalla finestra della torre, e per un lungo minuto le era parso lontanissimo. Poi aveva detto: – Un giorno verrò a morire qui, bambina. Quando sarà il mio momento, voglio che avvenga qui.

– Perché qui? – aveva ribattuto lei. – Non mi piace questo posto.

– Qui – aveva ripetuto suo padre. – Sarà qui che mi troverai.

– Deborah?

– Perché non mi lasciate in pace?,

– A che cosa stavate pensando in questo momento?

– A mio padre, naturalmente.

– Qualcosa vi è venuto in mente. Siete una ragazza intelligente, una ragazza in gamba, ma avete un viso trasparente. Pensavate a qualcosa che io devo sapere

– No.

– Avete pensato a dove può essersi rifugiato Rufus Quayle, non è vero?

– Non so dove sia.

– E invece sapete benissimo dove rintracciarlo.

– No!

– Ah.

– Non lo so, vi ripeto.

– Gli manderemo quell’anellino che vi è tanto caro, a quanto sembra.

– Non posso toglierlo dal dito.

– Cosi lui accetterà di discutere con noi certe condizioni.

– Non vi darà un centesimo per il mio riscatto. È fatto cosi. Può darsi che, alla sua maniera, mi voglia bene, ma non è tipo da sottostare al ricatto e al terrore. Mai. Non importa quel che mi farete, lui non cambierà idea.

– Vedremo. Antibolo?

Il più grosso e il più tarchiato dei due uomini dietro l’inquisitore fece un passo avanti. In mano stringeva un lungo coltello dalla lama larga e piatta. Deborah cercò di ritirare la mano dal tavolo, ma l’uomo fu più lesto di lei. Non era un tipo gentile.

Deborah ebbe l’impressione che il braccio si staccasse dall'ascella, quando il gorilla le afferrò il polso, appiattendole la mano sul tavolo. Lei guardava l’anello. L'uomo sapeva usare il coltello, e Deborah era troppo intontita per sentire dolore.

Le amputò il dito con l’anello, con un movimento rapidissimo.

Lei fissò il getto di sangue che sgorgava dal moncherino amputato.

L’uomo sollevò il dito mutilato con l'anello che luccicava, lo rigirò per mostrarlo all’inquisitore, che annui con un sorriso.

Poi tutto svanì per Deborah in una nebbia rossastra.

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