Segretissimo anno II n. 3 - Guerra di ombre by James Hadley Chase

autore:James Hadley Chase [Chase, James Hadley]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Segretissimo, Spionaggio, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 2014-02-20T11:30:53.505869+00:00

torna “primavera a Parigi”

Nel corridoio, una pendola batté le due. Corridon era rimasto tre ore seduto davanti alla finestra aperta. Era una notte buia e senza luna, e nubi nere e pesanti si ammassavano nel cielo. Ormai il suo sguardo si era abituato all’oscurità.

Dalla finestra aveva visto passare ogni mezz’ora due uomini con tre cani

Dopo matura riflessione aveva deciso di arrischiarsi a uscire da Baintrees. Ad un centinaio di metri dal cancello della villa, sulla provinciale, c’era una cabina telefonica. L’aveva notata quando aveva accompagnato Ames in Curzon Street, Se fosse riuscito a raggiungerla e a dire a Ritchie di procurargli una pistola, tutto sarebbe potuto andare ancora per il meglio.

Era ora di muoversi. Si staccò dalla finestra e andò a incastrare una sedia sotto la maniglia della porta. Era poco probabile che qualcuno lo andasse a trovare a quell’ora, ma era meglio non correre rischi.

Corridon era preoccupato per i cani. Delle guardie, non aveva paura. Aveva abbastanza esperienza per evitarle, ma i cani erano pericolosi.

L’unica arma che riuscì a trovare nella stanza fu una corta sbarra di ferro. Dovette accontentarsi di quella. Avvolse un asciugamano attorno al braccio sinistro e l’annodò saldamente. Con quella specie di scudo fra il braccio e i denti del cane, sperava di cavarsela senza danni, nel caso fosse stato assalito.

Tornò alla finestra. Dopo qualche minuto due guardie, con i cani al guinzaglio, passarono sotto di lui.

Una guardia fumava una sigaretta e parlava sottovoce. Pareva che nessuno dei due stesse all’erta. Non appena furono scomparsi nel buio, Corridon scavalcò il davanzale e si aggrappò al tubo di scarico della grondaia. Scese silenziosamente e senza fretta, si lasciò cadere con leggerezza nell’aiuola sottostante, passò sul viale ghiaioso e indugiò a cancellare le impronte che aveva lasciato nella terra molle.

Rimase in ascolto quasi un minuto, poi, non avendo udito alcun rumore, uscì dal viale, attraversò di corsa il prato, e raggiunse una fitta macchia di rododendri. Si fermò, e si voltò a guardare la villa. Era immersa nel buio. I cespugli di rododendri costeggiavano tutto il viale, fino al cancello. Corridon decise di tenersi al riparo, senza arrischiarsi a uscire allo scoperto. Avrebbe impiegato più tempo, ma sarebbe stato più sicuro.

Riprese ad avanzare, silenzioso come un’ombra, fermandosi di tanto in tanto ad ascoltare. Dopo un po’ sbirciò attraverso cespugli e si arrestò alla vista di una sagoma immobile in mezzo al viale, Riconobbe immediatamente la figura alta e magra di Yevski, immobile come se stesse ascoltando.

Corridon aspettò, trattenendo il fiato, con la spranga in pugno.

Yevski si avviò nella sua direzione. Corridon non si mosse, Sapeva che l’altro non poteva vederlo, nell’ombra nera dei cespugli, ma che, d’altro canto, il più piccolo movimento da parte sua ne avrebbe at tirato l’attenzione.

Arrivato a tre o quattro metri, Yevski si fermò. Rimase in ascolto.

– Chi va là? – latrò all’improvviso. E Corridon si sentì rizzare i capelli. – So che sei là – seguito Yevski, e. la sua voce risuonò sinistra nel silenzio.

– Vieni fuori, altrimenti sparo. Corridon rimase immobile. Dopo alcuni istanti Yevski tornò sul viale.

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