Sei Sicuro Di Non Essere Buddhista? by Khyentse Norbu

Sei Sicuro Di Non Essere Buddhista? by Khyentse Norbu

autore:Khyentse Norbu [Norbu, Khyentse]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Buddhism
ISBN: 8807490625
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2006-12-31T23:00:00+00:00


4.

Il nirvana trascende ogni concetto

Secondo i buddhisti, prima dell’esistenza in cui raggiunse l’illuminazione, Siddharta visse

innumerevoli vite sotto forma di uccello, scimmia, elefante, re, regina e nei panni del bodhisattva, una creatura il cui unico scopo è vincere l’ignoranza affinché tutti ne traggano vantaggio. Ma fu nella sua vita di principe indiano che Siddharta alla fine sconfisse Mara sotto l’albero bodhi e riuscì a raggiungere l’altra sponda, l’altro lato del samsara. Questa condizione è definita “nirvana”. Dopo aver raggiunto il nirvana, Siddharta tenne il suo primo sermone a Sarnath, vicino a Varanasi e continuò a diffondere i suoi insegnamenti nel Nord dell’India per il resto della sua lunga vita. I suoi discepoli erano monaci e monache, re e condottieri, cortigiani e mercanti. Molti membri della sua famiglia rinunciarono alla vita mondana, compresa la moglie, Yashodhara, e il figlio Rahula. Dentro e fuori dall’India fu venerato dalle folle come creatura suprema. Eppure non divenne immortale.

Dopo una lunga vita consacrata all’insegnamento, spirò in un luogo chiamato Kushinagar. In quel momento egli trascese perfino il nirvana, verso uno stato chiamato “parinirvana”.

Paradiso: l’ultima vacanza?

“Nirvana”, “illuminazione”, “liberazione”, “libertà”, “paradiso” - sono parole che molte

persone amano pronunciare, ma pochi hanno il tempo di analizzare. Cosa significa accedere a uno di questi stati? Anche se pensiamo che il nirvana sia molto diverso dal paradiso, le nostre versioni di paradiso e di nirvana possiedono all’incirca le stesse caratteristiche. Paradiso/nirvana è il luogo in cui andiamo dopo la morte, dopo molti anni in cui abbiamo pagato le tasse, abbiamo lavorato e ci siamo comportati da buoni cittadini. Incontreremo molti dei nostri vecchi compagni perché è un luogo dove si ritrovano tutte le persone “buone”; mentre i defunti “non-così-buoni” patiscono negli inferi. Infine nel paradiso/nirvana abbiamo la possibilità di risolvere i misteri della vita, di terminare le opere ancora incomplete, di fare ammenda e forse di riuscire a capire le nostre vite passate.

Bambini piccolissimi privi di organi sessuali volteggiano intorno a noi sbrigando faccende

domestiche. La nostra nuova dimora realizza ogni sogno e ogni desiderio ed è splendidamente

situata in una comunità di altri abitanti del nirvana che si attengono alle regole. Non siamo costretti a chiudere le porte e a sbarrare le finestre e certamente non c’è bisogno di polizia. Se ci sono uomini politici, sono affidabili e onesti. Ogni cosa corrisponde ai nostri gusti: è come una casa di riposo veramente piacevole. Qualcun altro immagina forse una luce bianca purissima, uno spazio

sconfinato, arcobaleni e nuvole sulle quali ci posiamo in uno stato di beatitudine, esercitando il potere di chiaroveggenza e di onniscienza. Non c’è da temere la morte, perché siamo già morti e non c’è nulla da perdere. L’unica preoccupazione va ai cari amici e ai famigliari che ci siamo lasciati alle spalle.

Siddharta considerava queste versioni della vita dopo la morte delle semplici fantasie. Dopo

un attento esame, la classica versione di paradiso non è quella visione idilliaca e non è neppure l’illuminazione. Pensione, luna di miele e picnic sono piacevoli, ma non durano all’infinito. Se le nostre vacanze da sogno si protraggono, cominciamo a sentire la nostalgia di casa.



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