Sempre verdi by Thomas E. Lovejoy Lovejoy John W. Reid & John W. Reid

Sempre verdi by Thomas E. Lovejoy Lovejoy John W. Reid & John W. Reid

autore:Thomas E. Lovejoy Lovejoy, John W. Reid & John W. Reid [Lovejoy, Thomas E. & Reid, John W.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2022-05-19T12:00:00+00:00


Un albero del kapok gigante fruttifica nella valle del Javari, dove è considerato sacro.

L’area di Gildipasi è ancora piccola, nell’ordine delle migliaia di ettari, ma le adesioni dei clan sono aumentate, da tre nel 2003 a venti nel 2020. E il modello è ora applicato in una seconda regione molto piú grande, la sorgente del Sepik, ovvero il fiume piú lungo della Nuova Guinea e il luogo a maggiore diversità linguistica del pianeta.

Per il bene della piú vasta società non-indigena, ovvero di diciannove persone su venti, dobbiamo sviluppare un senso di rispetto e di reciprocità nei confronti degli ecosistemi. Il territorio dell’umanità è il pianeta intero. Siamo aggregati di cielo, non esisteremmo senza clorofilla, acqua, terra e altri organismi, che dobbiamo cominciare a trattare come parenti. Secondo Joe Williams è ciò che sta avvenendo. Williams si presenta come fanno i Māori: comincia dai nomi della sua montagna, del suo fiume, del suo oceano e della sua tribú; seguono gli appellativi di diciotto antenati umani, risalendo fino a quello che nel XIV secolo attraversò in canoa 3500 miglia nautiche dalla Polinesia francese all’isola settentrionale della moderna Nuova Zelanda. Williams sa addirittura il nome dell’imbarcazione: Matatua. Solo dopo aver recitato questo whakapapa (genealogia), può dedicarsi alla parte secondaria della sua identità, il suo mestiere. Williams è giudice della Corte Suprema neozelandese.

Primo Māori della Corte, ci spiega che in Polinesia il cielo è padre, la terra è madre, e l’oceano è un super-parente di stato eccelso tra i 120 figli generati da questa unione. Le alghe, come le persone, hanno ascendenze epiche degne di canti. Secondo Williams i concetti tradizionali cominciano a pervadere la società piú generale. Nel 2014 la foresta neozelandese di Te Urewera è stata trasformata legalmente da proprietà in essere, con lo stesso diritto di richiedere il supporto del sistema giudiziario che avrebbe un individuo o una corporazione. Il fiume Whanganui ha ottenuto un riconoscimento analogo come «persona» in senso legale. «I politici neozelandesi hanno tradotto tutto questo negli statuti perché era il momento giusto per farlo. La comunità Māori non è l’unica profondamente afflitta dalla spoliazione dell’ambiente. Il problema riguarda tutta la comunità, – spiega. – Quanta bellezza c’è in questa idea di essere finalmente riconosciuti come figli del pianeta».



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