Shalvis Jill by giuseppa

autore:giuseppa [giuseppa]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

7

Ci fu un breve secondo di silenzio sorpreso, prima che tutti i presenti si precipitassero a congratularsi con

Dimi, tra brindisi e risate.

Mítch le lanciò un'occhiata e, come sospettava, vide che lei era l'unica che non festeggiava. Infatti, a giudicare dagli invisibili pugnali che gli stava lanciando con lo sguardo, doveva essere furiosa.

Sospirando, decise di avvicinarsi e prese íl posto dí fianco al suo. Per farsi sentire al di sopra dei frizzi e

dei lazzi della troupe ín festa, si chinò a rassicurarla: «Tu sai che intendevano farti un complimento».

«Davvero?» gli chiese lei con tono fintamente zuccheroso. «Immagino che ne sarai orgoglioso, in qualità

dí personal trainer della gattina.»

Voltandosi di scatto per affrontare il suo sguardo di fuoco, Mitch realizzò che si trovava con le labbra

perfettamente allineate a quelle di lei.

Gli occhi di Dimi si spalancarono mentre anche lei prendeva coscienza della realtà dei fatti. Le sue labbra

si schiusero.

Il baccano nella sala era fin troppo alto per permettergli dí riconoscere qualsiasi altra cosa che non fosse íl battito forsennato del suo cuore, ma Mítch avrebbe potuto giurare di avere sentito una specie dí gemito accorato

provenire da quelle labbra piene e invitanti, una sorta di piccolo messaggio involontario che la diceva lunga sul desiderio di lei. «In qualità dí tuo personal trainer, posso assicurarti che non ti ho insegnato niente dí cui non fossi già perfettamente padrona» le disse, infiammato dal tremito che lei sembrava incapace di contenere.

«Ah, sì?» gli bisbigliò all'orecchio, sfiorandolo con la bocca e inducendolo a tremare a sua volta. «Se ricordo

bene, tu hai sempre sostenuto di dovermi insegnare tutto. Dovresti saperlo, come lo so io, e come lo sanno anche tutti gli altri che sono qui con noi. Eppure.. non hai fatto altro che scegliere un palo di vestitini e costringermi a sorridere.

Niente lezioní speciali.»

Oh, se lo sapeva. Il pensiero dí tutte le cose fantastiche che avrebbe voluto insegnarle lo aveva tenuto sveglio la notte nelle ultime due settimane.

«Lo sai cosa penso?» continuò lei. «Penso che tu sia molto bravo a parlare, signor produttore. Ma íl tuo è tutto

fumo e niente arrosto. Tu sei alto, bello, deciso e.. » Sí interruppe, sentendo la risatina strozzata di lui, ma non si perse d'animo. Anzi. «Smettila di fare il modesto. Lo sai benissimo come sei fatto. Ma per qualche strano motivo mi viene da pensare che tu.. non ne sappia molto più di me in materia dí. .»

«Di..?»

Dími si morse voluttuosamente îl labbro inferiore, indugiando ad arte prima dí avvicinargli ancora la bocca

all'orecchio, ancora più vicino di come aveva fatto poco prima. Se stava agendo così perché non voleva che gli altri al tavolo sentissero la loro conversazione, o per evitare dí

guardarlo negli occhi mentre gli parlava, Mítch non ne aveva idea. A ogni modo, lui era pronto a sentire il resto.

«In materia dí sesso» concluse Dimi in un roco sussurro.

«Sbaglio o questa suonava come una proposta?» riuscì a dire, allentando íl colletto della maglietta.

Lei inarcò un sopracciglio e Mítch dovette ridere compiaciuto. Accidenti a lei! Quella piccola streghetta aveva

imparato molto più di quanto lui avesse intenzione dí insegnarle in fatto dí seduzione.

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