Silenzio in Hanover close by Anne Perry

autore:Anne Perry
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Mondadori
pubblicato: 1991-03-14T23:00:00+00:00

7

Emily era rimasta di sasso quando, chiamata da Albert, era andata in biblioteca e vi aveva trovato Pitt. Grazie al cielo le circostanze gli avevano lasciato poco tempo per sfogare la sua collera o per insistere che tornasse a casa sua. Rinvenendo, Veronica aveva costretto Pitt al silenzio e dopo qualche parola di scusa se n'era andato lasciando Emily con la sua padrona appoggiata ai cuscini, pallida come una morta.

Emily provava per lei una profonda pietà, ma sapeva anche che forse non le si sarebbe presentata occasione migliore di quella per carpire a una Veronica sconvolta e indifesa qualche indiscrezione.

Si chinò su di lei e le toccò una mano. — Signora, ha un aspetto sofferente — disse con dolcezza. — Che cosa le ha detto quell'uomo? Come si è permesso? — Il modo intenso con cui fissava Veronica esigeva una risposta.

— Io... io credo di essere svenuta — bisbigliò alla fine Veronica.

Emily chiese mentalmente scusa a Pitt per l'ingiustizia che stava per fargli e ricorse a tutta la sua abilità per esprimere un'autentica compassione.

— L'ha minacciata, signora? Che cosa le ha detto? Non aveva nessun diritto! Dovrebbe denunciarlo. Cos'è successo?

— No — si affrettò a rispondere Veronica, poi si morse il labbro. —

No... è... è stato molto educato. Io... — Per un attimo i suoi occhi incontrarono quelli di Emily e parve sul punto di parlare, palesemente tentata di confidarsi con qualcuno.

Emily trattenne il fiato.

Ma l'attimo passò. Veronica voltò la testa e le lacrime le rigarono le guance. Si appoggiò ai cuscini e chiuse gli occhi. Emily avrebbe voluto abbracciarla e dirle che la capiva, che sapeva cosa significava la perdita improvvisa del marito, in circostanze così orribili come quelle di un delitto, un'azione dettata da un odio così profondo che solo la morte poteva placare. Conosceva anche la paura che aumentava giorno dopo giorno, paura di un mondo diventato incomprensibile e pieno di segreti, perfino ri-pugnanti; paura che la verità fosse peggiore di quanto era possibile sopportare. E c'era anche la paura di diventare a propria volta vittima... e dietro tutte le altre paure, quella di essere forse colpevole di aver commesso una sciocchezza, o una negligenza che aveva fatto precipitare la situazione.

Anche Emily era vissuta nel timore che la polizia sospettasse di lei. Il suo movente era in apparenza così ovvio!

Era quello a spaventare Veronica? Intuiva che Pitt si stava avvicinando alla verità? Era stato il terrore per se stessa a provocare lo svenimento?

Oppure aveva paura per qualcuno che stava proteggendo... per esempio Julian Danver? Era caratteristico di Pitt agire per vie traverse, puntare sull'anello più debole della catena: non sull'assassino, ma sulla persona più soggetta a cedere alle pressioni.

Oppure Veronica aveva paura, com'era successo a Emily, della famiglia del marito che la riteneva colpevole, che la voleva fisicamente colpevole del delitto? Era quello il genere di sentimento tra Loretta e Veronica? Loretta era convinta che la nuora avesse ucciso suo figlio? Si stava vendican-do a modo suo, giorno dopo giorno, girando il coltello nella piaga, racco-

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