Smile by Rafael Leão

Smile by Rafael Leão

autore:Rafael Leão [Leão, Rafael]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2024-02-01T12:00:00+00:00


1. Non cambio il mio obiettivo / È così che ce l’ho fatta / Oggi risplendo e tutti mi guardano / Quando ero a pezzi, a testa bassa / non avevo motivo di sorridere.

PADRI

Me ensinaste para nunca desistir

Pai, olha, nós ‘tamo aqui

Onde muitos diziam que nós não íamos conseguir

Eu ‘tou habituado a lidar com esses haters.1

Track: Desabafo 2

A questo punto del libro lo avrete capito o intuito in qualche modo ma è giusto parlarne apertamente, perché se oggi sono quello che sono il merito è soprattutto di una persona: mio padre, Antonio Leão. Mio padre è nato 59 anni fa in Angola, da una famiglia non ricca. Suo padre era abbastanza popolare nel villaggio in cui vivevano e mio padre è cresciuto avendo tanta sicurezza nei suoi mezzi. Mi ha sempre detto che avrebbe voluto e potuto fare il medico nella sua vita. «Sarei stato un grande medico» mi ripete sempre, e io non stento a crederci. Arrivato in Portogallo però iniziò a fare diversi lavori prima di trovare una parvenza di stabilità alla Siemens come tecnico. Ha girato il mondo: è stato in Brasile, in Germania, poi ancora in Portogallo, poi è tornato in Angola e poi di nuovo Portogallo.

Avrebbe potuto fare davvero qualsiasi cosa, se lo avesse voluto: sapeva smanettare al computer – una cosa non banale per uno della sua generazione – ci sapeva fare con i lavori manuali, e non se la cavava male neanche a calcio. Come leggerete più avanti, era anche un musicista. Insomma, un supereroe. A volte mi chiedo se davvero mio padre sapesse fare tutte queste cose o se la mia visione della sua figura sia talmente idealizzata da renderlo così perfetto.

Non è sempre stato così crescendo, ovviamente: la nostra situazione famigliare era particolare, lui e mia madre si separarono quando io ero ancora molto piccolo e oggi ho 6 fratelli e sorelle. Ho anche una sorella molto piccola, mentre mio fratello maggiore ha circa 10 anni più di me. Quando sei un bambino e cresci con dei genitori separati ti fai mille domande in più dei tuoi coetanei: sarà colpa mia? Torneranno mai assieme? Non posso dire di aver sofferto per la loro separazione, perché accanto a me non avevo un vero e proprio esempio di famiglia unita. Nel bairro è più facile trovare famiglie disfunzionali: c’è chi cresce con un solo genitore, chi con i nonni, chi da solo. Da quel punto di vista non posso che ritenermi una persona molto fortunata. Mio padre però non era «facile», per così dire. Qualcuno potrebbe definirlo vulcanico, era una persona piena di vita con idee molto chiare e a volte rigide. A volte era uno di quei padri africani che vedete nei film, rigido, attento alle tradizioni e alla religione, e allo stesso tempo vitale, con una passione irrefrenabile per la musica e per il bel vestire. Crescendo imparai a capire quanto importante mio padre potesse essere per la mia carriera e imparai ad affidarmi a lui. Non ha mai esitato, anche



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