Solo vera è l'estate by Francesco Pecoraro

autore:Francesco Pecoraro [Pecoraro, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie

Anzio

La Yaris è bagnata della guazza che c’è nell’aria. Le spiagge di Lavinio sono esposte a ovest, qui l’onda si alza anche col bel tempo, cioè col maestrale e col ponente ciclico dei pomeriggi di luglio, che di sera si acquieta, lasciando un salso nebulizzato nell’aria che la brezza di terra, più debole, non ce la fa a spazzare via. Qui c’è il Mare, c’è il suo odore, il suo sapore, ci sono le diverse declinazioni del suo spirito, ovunque, anche sulle case più brutte, sugli oggetti più infimi e volgari, sui praticelli tenuti in vita dai continui innaffiamenti.

Filippo, che è quello che ha bevuto meno, si mette al volante. Nessuno gliel’ha chiesto, ma gli altri due si aspettano che lo faccia. Lui lo fa.

Aziona i tergi-cristalli per liberare il parabrezza da quella specie di nebbia rappresa e con un fazzoletto di carta libera tutto il campo visivo, anche i finestrini laterali. Disagio fisico per tutti. Giacomo ha paura di vomitare.

Te prego, Già, mettiti davanti così se ti viene su me lo dici e io inchiodo, dice Filippo, lui sempre calmo e presente. Filippo che è stato l’unico stasera a rilassarsi, perché era l’unico a non averne bisogno e questo le tipe presenti l’hanno percepito, perché le tipe percepiscono con esattezza tutto quello che nel loro immediato intorno sociale valga la pena di essere percepito.

Per gente come Giacomo e Enzo non è esattamente lo stesso: devono fare sempre uno sforzo per capire le situazioni e quasi mai ci azzeccano. È un handicap di genere che le tipe conoscono bene, ma non sanno se le avvantaggi oppure no.

Enzo seduto dietro, si tira su, mette la testa tra i sedili davanti e dice, A Già, te sei perso na scena…

Filippo sa cosa Enzo sta per dire, ma non si scompone minimamente. Dice solo, E te pare che se lo teneva.

Che scena?

Prima, quando sono andato al bagno, l’ho trovato con la porta che pareva chiusa a chiave, ma spingendo con un po’ più di forza si è aperta di colpo e mi ha buttato in avanti. Io, giuro che non volevo disturbare e non l’avrei fatto, ma la chiave non era stata girata bene… Si vede che nella fretta… Insomma dentro c’era Fili con la tipa, sai quella del dondolo…

Si chiama Ida, precisa Fili.

Vabbè, stavano a scopà come faine.

Se non fosse arrivato uno steronzo a rompere il cazzo, interrompe Filippo.

Enzo prosegue, Insomma lui non si scompone per niente, lo conosci, seguita tranquillo a fare su e giù, si volta, mi guarda e dice calmo calmo qualcosa tipo «dai chiudi». Lei nemmeno se ne accorge. O forse sì, ma non gliene può fregare di meno. Devo dire che il tutto era molto arrapante.

Filippo sbuffa poi dice, Ti rode perché io ho scopato e tu no. Allora cerchi di buttare sul porno una scopata pulita-pulita, quasi casta, tra due angeli innocenti che ne avevano voglia.

Enzo dice, Tu non sei un angelo innocente. Però è vero, sono annebbiato dal rodimento…

In quel momento Giacomo dice Accosta!, Filippo

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