Storia del bolscevismo by Arthur Rosenberg

Storia del bolscevismo by Arthur Rosenberg

autore:Arthur Rosenberg
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Bolscevismo, Rivoluzione russa,
editore: Sansoni
pubblicato: 1932-01-01T05:00:00+00:00


Presto la situazione si chiarì. Apparve quanto fosse stata vasta la vittoria bolscevica nelle campagne; lo sciopero degli impiegati fallì, ed anche il gruppo Kamenev-Zinoviev rientrò nelle file del partito. L’atteggiamento dei due capigruppo in quelle critiche settimane mostrò ancora una volta quanto fosse radicata nel partito bolscevico la tesi della dittatura democratica degli operai e dei contadini. Quei vecchi bolscevichi potevano immaginare la rivoluzione russa soltanto come un sovvertimento democratico borghese, da compiere per mezzo della coalizione di tutti i partiti democratici e socialisti. Nel nome di questa teoria essi si ribellarono a Lenin, proprio nelle più gravi settimane della storia bolscevica.

Con ammirevole obiettività, Lenin affidò di nuovo, dopo questo episodio, i compiti più importanti a Zinoviev ed a Kamenev, senza rinfacciar loro le incertezze di cui avevan dato prova durante la rivoluzione, allo stesso modo come egli considerò terminata la annosa lite con Trotzki, nel momento in cui questo si pose a disposizione della sua politica.

L’ondata di simpatia da cui fu in quei giorni trasportato il movimento bolscevico, ne impedì anche l’isolamento politico: i principali nemici, del bolscevismo, i socialrivoluzionari, si scissero, ed il nuovo partito dei socialrivoluzionari di sinistra rese i più importanti servigi alla Russia dei Soviet nel primo semestre della sua esistenza. Come s’è notato sopra, le masse delle campagne erano state amaramente deluse dal governo di Kerenski: esse s’aspettavano che un governo dei socialrivoluzionari cacciasse i proprietari delle terre, e dovettero invece assistere al fatto che i ministri socialrivoluzionari, con l’aiuto della forza costituita, proteggevano i proprietari stessi.

I dirigenti locali socialrivoluzionari dei contadini si ribellarono alla direzione del partito, e presto anche autorevoli funzionari s’unirono all’opposizione. Così, durante la rivolta bolscevica, i socialrivoluzionari si divisero in un’ala destra, che rimaneva fedele a Kerenski, ed in una sinistra, che esigeva fossero cacciati i proprietari di terreni e che il potere passasse ai consigli. Quando, il 25 ottobre (7 novembre) il congresso dei consigli di tutta la Russia dovette prender posizione di fronte alla rivolta, i socialrivoluzionari di destra ed i menscevichi abbandonarono la sala; ma quelli di sinistra rimasero con i bolscevichi, e contribuirono a costituire il potere dei Soviet. Alcuni capi dei socialrivoluzionari di sinistra fecero poi parte del consiglio dei commissari del popolo, nel nuovo governo della rivoluzione. Soltanto per causa della pace di Brest-Litowsk i socialrivoluzionari di sinistra uscirono dalla coalizione con i bolscevichi ed iniziarono contro di loro una opposizione implacabile.

A questo modo Lenin potè almeno, nei primi mesi del potere sovietico, portare ad effetto il proprio vecchio programma, e concludere un’alleanza con un partito di contadini democratico-rivoluzionario e non sciovinista. Mentre nei mesi dal luglio all’ottobre del 1917 le masse degli operai e dei soldati di Russia passarono senz’altro ai bolscevichi, la maggior parte dei contadini rimase socialrivoluzionaria, tramutandosi per altro, da amica del governo, in socialrivoluzionaria fieramente nemica.

Veramente, quando poco prima della rivoluzione d'ottobre i singoli partiti presentarono le proprie liste di candidati per l'elezione dell'Assemblea nazionale, i socialrivoluzionari non erano ancora divisi. Socialrivoluzionari di destra e di sinistra,



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