Storia del mare by Alessandro Vanoli

Storia del mare by Alessandro Vanoli

autore:Alessandro Vanoli
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2022-06-15T00:00:00+00:00


Balzo in avanti

Al di là delle convinzioni di Colombo, quello che stava succedendo – e a cui lui aveva contribuito in maniera determinante – era davvero qualcosa di epocale.

I paesi europei stavano cominciando a guardare al mare e agli oceani come nessun altro aveva mai fatto e come mai era avvenuto in passato. Si è discusso molto sul motivo per cui furono proprio loro, in quel periodo, a compiere un simile balzo. Una qualsiasi risposta decente dovrebbe tenere conto di moltissimi fattori diversi: culturali, tecnologici e politici. Ma essendo questa una storia del mare, c’è un elemento che fece la differenza: gli europei si trovarono al posto giusto nel momento giusto. Nell’epoca in cui la tecnologia permetteva per la prima volta una navigazione a vela in alto mare, la scoperta o meno di nuove rotte dipendeva dall’accesso ai venti buoni e alle correnti favorevoli. Anche se lo avessero voluto, i navigatori dell’Oceano Indiano e del Pacifico occidentale non avrebbero avuto la possibilità di compiere dei viaggi a lunga distanza all’infuori dell’area dei monsoni. I polinesiani, tanto per fare un esempio, in quel periodo si erano già spinti sino ai limiti consentiti dalla loro tecnologia; e i loro avamposti più remoti, come le Hawaii e la Nuova Zelanda, erano talmente lontani da impedire qualunque contatto col resto del loro mondo oceanico.

L’Atlantico era invece un’altra cosa. Sull’Atlantico soffiavano gli alisei, venti regolari che spirano sempre nella stessa direzione e che si avvolgono a spirale lungo l’oceano dall’angolo nord-ovest dell’Africa sino a pochi gradi sopra l’equatore e arrivano a toccare i Caraibi. Venti costanti di levante, insomma, che permettevano di collegare l’Africa meridionale al Brasile. Inoltre, altrettanto fondamentale, oltre le latitudini degli alisei in entrambi gli emisferi soffiano venti di ponente: cosa che permetteva non solo di tornare a casa con relativa sicurezza, ma anche e soprattutto di ritenere pensabile la circumnavigazione del globo. Naturalmente si trattava di un sistema ben più complesso di così: c’erano alcune grandi eccezioni a questa regola dei venti costanti, come ad esempio la corrente di Irminger sotto il Circolo polare artico; oppure la corrente del Golfo che collega l’Europa ai Caraibi. Ma agli inizi del Cinquecento, la prodigiosa espansione di Spagna e Portogallo fu dovuta proprio a questa straordinaria coincidenza geografica: trovarsi così vicini alle Canarie, cioè al punto giusto per poter agganciare gli alisei.

Non era insomma solo e semplicemente in gioco la scoperta dell’America: era la scoperta del sistema atlantico a fare la differenza. Adesso era – se non possibile – almeno pensabile andare ovunque: circumnavigare l’Africa, approdare in India; e magari spingersi in oceani ancora inesplorati. Adesso il mare non era più una barriera, ma una strada. E in solo pochi decenni questa strada avrebbe cambiato il mondo.



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