Storia della Rivoluzione Russa Feltrinelli Vol. 4 by AA. VV

autore:AA. VV. [Vv., Aa.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Questo è il nostro programma: il potere ai soviet. Siamo pronti a fare delle concessioni all’ala destra della democrazia, ma continueremo, senza indietreggiare di un solo pollice, a sviluppare la rivoluzione fino in fondo in tutti i campi.36

Ciononostante tutti i gruppi del congresso, ad eccezione di quello dei socialisti rivoluzionari massimalisti, votarono a favore della risoluzione presentata dalla commissione di conciliazione; dopo di che il congresso decise che nell’armata tutto il potere dovesse passare nelle mani del comitato.

Nel nuovo comitato d’armata i bolscevichi avevano ottenuto 30 seggi, i socialisti rivoluzionari 22, i menscevichi 4, i massimalisti 4 e i socialisti senza partito 6; la presidenza del comitato fu data a un bolscevico, la vicepresidenza a un socialista rivoluzionario (l’ex presidente del comitato d’armata uscente), a un menscevico e a un bolscevico. Inoltre vennero eletti quattro segretari all’ufficio del comitato: 1 bolscevico, 1 socialista rivoluzionario, 1 menscevico e 1 massimalista. Per decisione del congresso venne istituito dopo questo comitato anche un comitato militare rivoluzionario composto dai delegati di tutti i gruppi, proporzionalmente alla loro rappresentanza al congresso.

Il comitato militare rivoluzionario avverti il comando dell’armata che nessun ordine suo sarebbe stato eseguito senza la sanzione del comitato e il comandante non fu in grado di opporsi a questo controllo.

Tuttavia, l’accordo realizzato al congresso crollerà ben presto. Quando, in una delle prime sedute del comitato d’armata, venne fatta la proposta di inviare dei rinforzi rivoluzionari a Minsk, menscevichi e socialisti rivoluzionari vi si opposero furiosamente; passata ai voti la proposta venne approvata: 33 voti si pronunciarono a favore e 24 contrari. Menscevichi e socialisti rivoluzionari protestarono violentemente, col pretesto che la decisione di inviare delle truppe “era in netto contrasto con la decisione del congresso d’armata” e che provocava quella stessa guerra civile che essi si erano “sforzati di scongiurare.” Poco dopo i conciliatori si ritirarono dal comitato che poteva così applicare con fermezza la linea rivoluzionaria.

La bolscevizzazione dell’armata progrediva rapidamente e il 18 novembre il comitato militare rivoluzionario destituiva il generale Parskij, comandante dell’armata, che si era rifiutato di intavolare trattative di pace con i tedeschi; contemporaneamente venivano destituiti anche il capo di stato maggiore Lebedev e il comandante della guarnigione di Polock, Nečaev. Il comando dell’armata venne affidato al sottotenente Anučin, un bolscevico, presidente del comitato d’armata, e quello della guarnigione al soldato autiere Čudkov. Nei diversi settori dello stato maggiore vennero introdotti dei commissari del comitato militare rivoluzionario in modo da controllarne tutto il lavoro e in questo modo si fece la Rivoluzione d’ottobre nella III armata.

Al centro del fronte occidentale, a Minsk, dove si trovava lo stato maggiore del fronte, la notizia degli avvenimenti di Pietrogrado giunse lo stesso giorno, cioè il 25 ottobre e il presidium del soviet di questa città, composto unicamente di bolscevichi, pubblicò immediatamente l’ordine del giorno n. 1 in cui comunicava che assumeva il potere in tutta la città.

L’ordine del giorno fu affisso alle 14 e, contemporaneamente, venivano rimessi in libertà i bolscevichi detenuti nelle prigioni e nei vari corpi di guardia, che si recarono immediatamente alla sede del soviet, in via Petrogradskaja.

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