Storia della Shoah (Giuntina) by Georges Bensoussan

Storia della Shoah (Giuntina) by Georges Bensoussan

autore:Georges Bensoussan [Bensoussan, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 0
editore: Giuntina
pubblicato: 2019-06-02T16:00:00+00:00


3. Far sparire le tracce

In un primo tempo i cadaveri venivano interrati in enormi fosse comuni. Il timore della loro scoperta aumenta via via che per la Germania si allontana la prospettiva di una vittoria rapida. Ma l’ampiezza del crimine è nello stesso tempo il più sicuro alleato della sua negazione e ognuno ha coscienza che in futuro la tentazione di mettere in dubbio la realtà dei massacri sarà possibile, se non probabile.37

Himmler, nel giugno del 1942, ordina di istituire il commando segreto «1005» (diretto dal colonnello delle SS Paul Blobel, il responsabile di Babi Yar) che ha come scopo quello di riaprire le fosse comuni dei massacri del 1941 e 1942, tirarne fuori i cadaveri, bruciarli, farne sparire le tracce (fino alla frantumazione delle ossa più dure e lo sversamento delle ceneri nei fiumi o la loro utilizzazione come concime fosfatico, come isolante termico, come materiale di ripianamento di sentieri, racconta Primo Levi per Birkenau), colmare le fosse e ovunque seminare erba o piantare arbusti.

Nell’autunno del 1942, i corpi ammassati nelle fosse nei dintorni di Sobibor e Belzec sono tirati fuori e bruciati. Nel febbraio del 1943 è la volta di Chelmno e poi di Treblinka. Ad Auschwitz i corpi, prima della costruzione del crematorio, venivano bruciati all’aperto: «[…] Quando il fuoco aveva veramente preso, vi si gettavano gli altri cadaveri. Il grasso che si depositava sul fondo della fossa veniva recuperato con dei secchi che si versavano sul fuoco per accelerare il processo di combustione. Con il vento da ovest, il fetore dei corpi arrivava fino al campo».38

A partire dalla fine del 1943, a Birkenau con i suoi crematori, che potevano bruciare 8000 corpi in 24 ore, per un anno intero si compie la gran parte dello sterminio degli ebrei d’Europa. La «Soluzione finale della questione ebraica», e l’espressione di per sé è eloquente, fin dall’inizio è un «segreto di Stato». Per questo il linguaggio utilizzato dai burocrati dello sterminio è camuffato. Ma quel segreto ha anche a che fare con la coscienza: la rimozione dell’orrore obbliga a mascherare il vocabolario. I carnefici hanno ancora bisogno di eufemizzare il crimine. Le parole «morti», «gassazione», «fucilazioni», «sterminio» figurano solo eccezionalmente nei documenti interni. Quel linguaggio mascherato ha anche una doppia funzione: una esterna – impedire la diffusione di un segreto di Stato – e una interna – l’autoprotezione psicologica.

La gassazione viene chiamata Sonderbehandlung, «trattamento speciale», le camere a gas Spezialeinrichtungen, «installazioni speciali», la liquidazione viene chiamata «evacuazione» o «reinstallazione a est».

I forzati ebrei, riaprendo le fosse, non hanno il diritto di dire «cadaveri» o «vittime». Devono parlare di «stracci», di «marionette», di «pezzi di legno». Le esecuzioni di massa perpetrate dalle Einsatzgruppen, che valgono ai loro responsabili promozioni e decorazioni, vengono designate come «compimento di una missione speciale di guerra». Poiché l’espressione «trattamento speciale» non ingannava più nessuno, nell’aprile del 1943 Himmler chiede che si utilizzi il verbo durchschleusen (far passare attraverso una chiusa) ecc.

Gli assassini, come le loro vittime, hanno previsto la futura negazione del crimine. Abraham Lewin,



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