Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo - Tomo VIII by J.C.L. Simondo Sismondi

Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo - Tomo VIII by J.C.L. Simondo Sismondi

autore:J.C.L. Simondo Sismondi [Sismondi, J.C.L. Simondo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-10-13T22:00:00+00:00


Il re, per indole diffidente e crudele, superati aveva i consigli e l'aspettazione de' cortigiani; teneva la regina gelosamente custodita quasi prigioniera nel suo palazzo, dandola in guardia ad un cavaliere francese che mai non l'abbandonava. Giulio Cesare di Capoa però ingannando quest'argo, ottenne di parlarle senza testimonj. «Io ero ben lontano, diss'egli alla regina, di prevedere la schiavitù in cui vi vedo precipitata dall'imprudente consiglio da me dato al re; ero ben lontano dal supporre che Alopo e Sforza non sarebbero allontanati dalla corte che per cedere il loro luogo ai Francesi, e che tutti gl'impieghi dello stato caderebbero nelle loro mani. Ma se ho commesso questo primo fallo, dipende altresì da me il porvi riparo. Io posso trarvi dalla vostra prigione e rendervi lo scettro, che vi fugge di mano; basta che voi giuriate soltanto di avere per ben fatto quanto io sono per operare in vostro vantaggio.» La regina promise quanto voleva Giulio Cesare, e seppe allora che questi voleva uccidere suo marito. Per altro bentosto, o perchè spaventata fosse da tale attentato, o perchè diffidasse di Giulio Cesare, o perchè volesse di lui vendicarsi, la regina palesò al re Giacomo l'offerta fattagli da questo signore. Il re si nascose nel gabinetto di Giovanna, per udire, senz'essere veduto, ciò che il conte d'Altavilla le direbbe in una seconda conferenza; e dopo di avere udite le sue proposte, lo fece prendere, e lo mandò al supplicio con tutti i congiurati che aveva nominati[345].

Colla rivelazione di questo segreto avendo la regina alquanto ricuperata la confidenza del marito, ottenne dopo un anno di riclusione la licenza di assistere ad una festa che un mercante fiorentino le aveva preparato nel suo giardino il 13 settembre del 1416. Il popolo, che sempre detesta un governo straniero, non sapeva tollerare l'autorità che si arrogavano il re Giacomo, ed i suoi Francesi. Fu vivamente commosso allorchè vide comparire la regina sopra un cocchio scoperto, triste, scolorita, e simile ad una prigionera; i nobili invitarono i borghesi a spalleggiarli, e tutt'insieme diedero mano alle armi per liberare dalla prigionia la loro sovrana. Costrinsero le sue guardie a condurre il cocchio all'arcivescovado, indi le fecero aprire il palazzo della Capuana, mentre il re minacciato fuggì al castello dell'Uovo. Colà non potendo sostenere un assedio, trattò sotto la guarenzia della città cogl'insorgenti, rinviò quasi tutti i Francesi che aveva seco condotti, e restituì alla regina la suprema amministrazione degli affari ch'egli si era usurpata[346].

La regina non poteva far a meno d'un favorito, onde non ebbe appena ricuperata la libertà che s'affezionò a ser Gianni Caraccioli, cui diede la carica di gran siniscalco già occupata da Pandolfello Alopo. Tale scelta era meno indegna della prima; perciocchè alle qualità fatte per piacere a Giovanna, univa il Caraccioli somma prudenza; onde l'amante della regina potè acquistarsi l'amore della nobiltà e del popolo. Nello stesso tempo era stato liberato di carcere lo Sforza, e ristabilito nella carica di gran contestabile: ottenne in feudo la città di Troja ed altre ragguardevoli terre



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