Superga 1949 by Culicchia Giuseppe

Superga 1949 by Culicchia Giuseppe

autore:Culicchia, Giuseppe [Culicchia, Giuseppe]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Intanto la Nazionale della Regia Marina, stante l’inattività della Nazionale maggiore a causa della guerra, tra il gennaio e il giugno dell’anno che doveva passare alla Storia come quello della caduta del fascismo e dell’armistizio dell’8 settembre aveva convocato più volte Mazzola. In quel luglio 1943, gli americani sbarcarono in Sicilia potendo contare sull’appoggio di elementi delle famiglie mafiose che nei decenni precedenti avevano messo radici non solo a New York. Ma prima di procedere con lo sbarco, effettuarono con gli inglesi pesanti bombardamenti su tutta l’isola, compresa Marsala, nei pressi della quale c’era l’aeroporto di Birgi, base di uno stormo della Luftwaffe. La notte del 19 luglio fu quella in cui mio padre, sentite con gli amici con cui stava giocando a pallone nel Filadelfia immaginario di piazzetta Sant’Oliva le sirene dell’allarme aereo, si rifugiò con Nuzzo e con altri marsalesi nei sotterranei della chiesa di San Michele più o meno a metà dell’omonima via. Centrata da una bomba, la chiesa crollò, e i rifugiati si trovarono sepolti vivi. Ma con loro c’erano quei due soldati dell’Afrikakorps, che con le loro baionette scavarono un tunnel per tutta la notte e riuscirono a mettere in salvo prima le donne e i bambini e poi gli anziani e infine tutti gli altri. I due tedeschi, le mani coperte di piaghe dal tanto scavare, uscirono per ultimi. Pochi giorni dopo, il 25 luglio, dopo il bombardamento di Roma, il Gran Consiglio del fascismo riunito a Palazzo Venezia votò l’ordine del giorno che poneva fine al governo di Mussolini. Nel giro di qualche settimana, l’Italia si ritrovò tagliata in due, con la linea del fronte che lentamente risaliva lungo la Penisola. Il campionato di calcio nazionale non poté essere disputato. Per evitare che i calciatori venissero spediti al fronte, i club dovettero accordarsi con industrie disposte ad assumerli in qualità di lavoratori indispensabili alla produzione. L’ex dipendente dell’Alfa Romeo Valentino Mazzola l’operaio sapeva farlo sul serio. Nel mese di novembre, un inedito Torino Fiat cominciò a disputare alcune partite amichevoli per poi partecipare al Campionato dell’Italia Settentrionale. Mazzola, che al contrario di molti suoi colleghi nel frattempo tornati dalle rispettive famiglie era rimasto a Torino nonostante i bombardamenti che a più riprese avevano colpito la città, continuò a vestire la maglia granata e a segnare reti su reti, tra cui una doppietta nel derby disputato al Motovelodromo il 18 giugno 1944 e terminato col punteggio di 3-3 e un’altra doppietta il 25 giugno a Milano contro l’Ambrosiana Inter, incontro che terminò col medesimo punteggio. Nel triangolare finale del torneo, però, il Torino Fiat arrivò inopinatamente secondo nel mese di luglio dietro i più freschi Vigili del Fuoco La Spezia. Complice la situazione in cui versava il ­Paese, dopo la sosta estiva e autunnale il Torino Fiat si limitò a disputare tra la fine del 1944 e i primi mesi del 1945 partite a scopo benefico. Tra queste, il derby allo Stadio Mussolini il 1° aprile del 1945, così raccontato dalla «Stampa»: «Un pubblico



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