Taklamakan by Bruce Sterling

autore:Bruce Sterling
Format: mobi
pubblicato: 2010-05-15T14:00:00+00:00

È un prodotto veloce, economico e che sfugge al controllo.

Proprio così, amico. Se questi affari dovessero mai circola re liberamente nel mondo reale sarebbe la fine di tutto ciò che conosciamo.

A Pete non piacque affatto quell'ultima affermazione... non gli erano mai piaciuti i toni apocalittici. E adesso gli piacevano ancora meno perché in quelle circostanze estreme sembravano molto plausibili. La Sfera aveva la popolazione più giovane e più grande dei tre maggiori blocchi commerciali, e quindi le idee più innovative e migliori. Le persone in Asia sapevano come fare le cose. - Sai, Lyle Schweik una volta mi ha detto che negli ultimi tempi le biciclette più strane al mondo provengono dalla Cina.

- Be', ha ragione... è così. E cosa ne pensi di quei microchip che i cinesi hanno lanciato sottocosto ultimamente sui mercati del NAFTA? Quei chip sono incredibilmente economici e funzionano bene, ma sono pieni di folli cablaggi avanzati che si piegano e si aggrovigliano... ho sempre pensato che fossero il frutto di una lavorazione scadente. Amico, la "lavorazione" non ha niente a che fare con quei chip.

Pete annuì serio. - D'accordo, chip e biciclette posso capirlo: si ricavano parecchi soldi. Ma chi diavolo si prenderebbe il disturbo di creare un gigantesco buco nel terreno pieno di robot e di stelle finte? Voglio dire... perché?

Katrinko scrollò le spalle. - Immagino che sia stata la Sfera, amico. Fanno ancora alcune cose soltanto perché è meraviglioso costruirle.

Il fondo dell'universo ribolliva. Durante il secolo precedente la cavità per i test nucleari aveva accumulato il suo piccolo deserto acquifero: un'oasi sotterranea nera come la pece. Il suo fondo era costituito da un innaturale labirinto sommerso di fessure frantumate e di depositi chimici, il tutto trasformato in pozze di autoassemblaggio meccanico che ribollivano... geyser di ossigeno sibilante di un té al fungo nero.

Il vapore saliva uniforme nell'oscurità fra le rocce scoscese, condensandosi e scorrendo in gelidi rivoletti lungo le pareti sferi-che ornate di stelle. Sul fondo tutta l'acqua veniva raccolta da dispositivi aberranti di spugna e lacci animati. Katrinko li battezzò immediatamente "assorbitori" e "laniccioni".

Gli assorbitori e i laniccioni erano strofinacci da incubo e spaghetti energizzati da pistoni, che saltavano e si riversavano bagnati di dirupo in dirupo. Katrinko provò un inaspettato agio e piacere nel dare un nome e fotografare le macchine. Le ipotesi si formavano con sinistra facilità nella mente vivace della giovane, rappresentando un rapido e spontaneo adattamento a quel mondo giocattolo alieno. Sembrava che la ragazzina vivesse molto più vicino al futuro di Pete.

Ripresero il cammino passando di masso in masso e di crepa liquida in crepa liquida. Documentarono larve fresche di robot che si facevano strada verso la libertà dell'oscurità mangiando pezzetti di sostanza appiccicosa e mussola. Era un'intera creazione in miniatura progettata nei nuclei insensati e appiccicosi di un terminale gel cinese supercomputerizzato, e trasmutato in realtà attraverso un brodo caldo di proteine meccanizzate non morte. Era di gran lunga il fenomeno più sorprendente di cui Pete fosse mai stato testimone... conseguentemente l'uomo cadde nello sconforto: la conoscenza costituiva il potere nel suo mondo.

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