Terminator Salvation, dalle ceneri by Timothy Zahn

autore:Timothy Zahn [Zahn, Timothy]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza, nodoppi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

11

«Kyle?»

Il ragazzo sobbalzò svegliandosi, colpito dal fatto di essersi improvvisamente reso conto che, in effetti, si era addormentato. Cosa che non era nei suoi piani, non mentre Orozco portava avanti il suo turno di guardia da solo. Doveva esser stato più stanco di quanto avesse immaginato.

Molto più stanco, in verità, e lo comprese mentre sbirciava verso la strada con gli occhi ancora socchiusi. Nguyen e gli altri mercanti erano appena oltre l’arco, e perfino nella poca luce solare che riusciva a oltrepassare la fitta coltre di nuvole ammassate in cielo poteva rendersi conto, dalle ombre, che mezzogiorno era passato da più di un paio d’ore.

Non solo aveva finito la mattina dormendo, ma anche buona parte del pomeriggio.

Sbirciò verso Star. Sorprendentemente, notò anche sul suo volto lo stesso stordimento. Doveva aver dormito a lungo e profondamente come lui.

«Forza, Kyle, svegliati», lo spronò Orozco.

Il ragazzo sollevò lo sguardo sull’uomo che gli era inginocchiato accanto. Sul suo volto c’era un’espressione cupa che lo fece preoccupare ancor di più. Lui e Star forse avevano mancato il momento d’inizio della missione di cui gli aveva parlato?

«Scusami», mormorò rialzandosi in piedi. «Non volevo dormire così a lungo».

«Non preoccuparti», lo rassicurò l’ex sergente con una voce lugubre come il suo volto. «A dire il vero, sono felice che l’abbiate fatto. La giornata sarà ancora lunga per voi».

«Siamo pronti», affermò controllando che la sua Colt fosse ancora ben piantata nella fondina. «Di quale incarico si tratta?»

«Venite qui», li invitò Orozco. Tese la mano a Star, che la ignorò e saltò in piedi senza aiuto. «Dovrete innanzitutto portare il signor Nguyen e i suoi alla nostra riserva di carburante».

Kyle sgranò gli occhi. La prima regola che veniva inculcata nella testa di chiunque sapesse dove si trovava il serbatoio era di non portarci mai gli sconosciuti. «Ma...»

«Poi», continuò il Marine, «tu e Star li seguirete alla loro fattoria. E non dovrete tornare».

Per una manciata di secondi lo fissò e basta, le parole che vagavano nella sua mente come falene intorno a una candela.

«Che intendi?», riuscì a mormorare infine. «Sei forse...? Non possiamo farlo».

«Ma dovete», affermò Orozco con la voce bassa, carica di un dolore che il ragazzo non ci aveva mai sentito dentro. «Non c’è futuro, per voi, qua. Là fuori, almeno, avrete una possibilità».

Poi, bruscamente, le parole che non volevano farsi domare trovarono il loro posto nella mente dell’adolescente. Mentre un’orribile, terrificante realtà gli si prospettava davanti agli occhi. «Stanno arrivando, vero?», sospirò.

«Credo di sì», ammise pacatamente l’uomo. «È per questo che tu e Star dovete andarvene».

«E che ne sarà degli altri?», domandò, lanciando uno sguardo all’ingresso vuoto. «Dobbiamo avvertirli».

«Lo faremo. E faremo del nostro meglio per salvarli tutti. Ma voi due andrete via per primi».

Kyle guardò Star. Gli occhi della bambina erano spalancati, le labbra le tremavano. Moldering Lost Ashes era casa loro, la migliore e la più sicura che avessero mai avuto. Lasciarsela alle spalle...

Il ragazzo tornò a guardare il soldato. «Tu verrai con noi?», chiese.

«No, ma potrò raggiungervi più avanti. Comunque, che io lo faccia o meno, dovete promettermi che non ritornerete mai più qui.

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