Terra italiana by Andrea Di Michele
autore:Andrea Di Michele [Michele, Andrea Di]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia e SocietÃ
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2023-10-15T00:00:00+00:00
Un nuovo attore nella «bonifica etnica»: lâEnte di rinascita agraria per le Tre Venezie
Prima del 1933, il prefetto di Bolzano, Giovanni Battista Marziali, aveva rassicurato circa i «passi notevolissimi» compiuti dallâitalianità dellâAlto Adige. In un suo rapporto aveva sostenuto che «i nervi della provincia sono completamente distesi, e la popolazione prima assente ed ostile, è ora fiduciosa e tranquilla, risponde e collabora con piena consapevolezza e consenso». A suo avviso, ancora alcuni anni e lâAlto Adige non sarebbe stato secondo a nessunâaltra regione italiana «per disciplina, e laboriosa fedeltà alla nuova Patria Italiana ed al suo DUCE»346. Era unâimmagine eccessivamente ottimistica, che almeno in parte egli stesso rimise in discussione in una relazione sulla situazione in Alto Adige dopo lâascesa al governo in Germania dei nazionalsocialisti. Pur sottolineando ancora i progressi compiuti nellâopera di penetrazione, Marziali si diceva convinto che «il fiore sbocciato nellâEuropa Centrale, se ha una apprezzabile fragranza filofascista e antisovversiva, non è privo di qualche vespa che in un domani più o meno lontano può tentare di pungere»347. Era facile prevedere che il successo di Hitler avrebbe presto risvegliato le speranze di chi immaginava che una Germania di nuovo protagonista avrebbe potuto strappare lâAlto Adige allâItalia. Il prefetto passava quindi a elencare i provvedimenti che occorreva attuare per sventare possibili pericoli. Non a caso, al primo posto poneva la questione della proprietà terriera. Riandava al modo in cui, per ragioni di politica interna e internazionale, pochi anni prima si era posto improvvisamente fine ai piani di esproprio e colonizzazione. A suo avviso bisognava ripartire da lì, constatando che ora «quello che non fu possibile fare per via politica, viene fatalmente facilitato dalla crisi economica»348. Molti proprietari «allogeni» si trovavano in grave difficoltà finanziaria e si vedevano costretti a mettere in liquidazione le loro proprietà , a condizioni molto favorevoli per gli acquirenti. Andava favorito, con appositi finanziamenti, lâacquisto di tali beni da parte di agricoltori italiani adatti o, se necessario, da parte di un apposito ente, che avrebbe dovuto curare il rapido collocamento delle proprietà acquistate. In questo modo si poteva consentire ad alcune migliaia di italiani di trasferirsi in provincia di Bolzano, soprattutto lungo la valle dellâAdige.
Soltanto pochi mesi dopo, venne approvato il decreto-legge 5 giugno 1933, n. 730, che prevedeva Agevolazioni per la formazione della piccola proprietà e di organiche proprietà rurali nelle Venezie e riprendeva alla lettera la proposta di Marziali. Esattamente come aveva suggerito il prefetto, si accordava uno speciale contributo nellâammortamento dei mutui in misura del 3,5% annuo per una durata massima di 25 anni. La denominazione del decreto-legge si riferiva in modo generico a proprietà rurali nelle Venezie, ma nei carteggi ministeriali sâiniziò ben presto a parlarne nei termini di strumento per la formazione di una piccola proprietà confinaria349. La formulazione ufficiale mascherava la vera finalità del provvedimento, pensato fin dallâinizio per i territori di confine compresi nelle cosiddette Tre Venezie. Nella citata corrispondenza degli anni precedenti, si era espressamente dichiarato che le speciali disposizioni cui si pensava sarebbero dovute apparire di ordine generale e non di carattere eccezionale, rivolte contro le popolazioni «allogene».
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