The dark stuff by Nick Kent;

The dark stuff by Nick Kent;

autore:Nick Kent; [Kent, Nick]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862316477
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2014-12-15T23:00:00+00:00


Lo stordimento dei Guns N’ Roses

“Lascia che ti racconti di quando i Guns N’ Roses iniziarono davvero... il momento della rivelazione, il momento che ha avviato tutto questo... movimento. È stato quando la nostra macchina si è rotta e avevamo percorso centocinquanta chilometri in un cazzo di deserto, diretti al nostro primo concerto. Duff, quando è entrato nel gruppo – gli abbiamo detto: ‘Ehi, vuoi fare una jam?’, e lui: ‘Sì’ –, ci ha procurato questi concerti a Seattle. Duff ha detto: ‘Yo! Seattle, è proprio in cima all’America’. E noi: ‘Ehi, figo’, sai. ‘Andiamo, cazzo’. È stato un disastro totale.

Allora, siamo bloccati in questo cazzo di deserto, okay? Non è possibile tornare a Hollywood. Voglio dire, stiamo parlando di concerti a 300 dollari a serata... E così abbiamo fatto l’autostop. Dopo due cazzo di giorni nel deserto finalmente ci ha presi un tipo con un semirimorchio. E finalmente siamo arrivati a Seattle. Abbiamo suonato. C’erano dieci, forse venti persone. Non ci hanno pagato. E alla fine abbiamo dovuto rubare un’altra macchina per tornare a LA.

E dal giorno in cui siamo tornati a Hollywood abbiamo deciso che qualsiasi cosa fosse successa, sai, saremmo rimasti uniti in questa battaglia contro... contro tutto. Il motto dei Guns N’ Roses, da quel giorno, è stato: ‘Affanculo tutti’, sai. ‘Affanculo tutti prima che ti fottano’. ‘Vaffanculo a tutto questo cazzo di mondo’, sai. Andiamo avanti”.

E così stiamo andando avanti, Izzy Stradlin e io, addirittura in una lunga limousine nera, avanti e indietro per le strade vuote di Parigi ad agosto, in cerca – sempre invano – prima di un negozio di chitarre, poi di una pizzeria, finché alla fine ci limitiamo a vagare, completamente senza meta o un posto dove andare. Vaghiamo e basta. In una famigerata stradina, c’è un’unica prostituta occasionale, in piedi e con un atteggiamento sprezzante. “È questo il... distretto, uh, rosso?”, mi chiede senza interesse con la sua voce sussurrata e leggermente paranoica. Stradlin, un ragazzo cresciuto in una fattoria del Midwest, con il mento sporgente, gli occhi spiritati e una fissazione monumentale per Keith Richards (“È un tipo proprio allucinante! Immagino che sia, sai, davvero insensibile, capisci quello che intendo?”), dovrebbe essere in vacanza, ma oggi (mercoledì) ha quest’intervista, e domani va in Germania, appositamente per “farmi pompare nelle gengive tutta questa nuova roba tecnologica così i denti la smetteranno di cadere”. Nel frattempo deve passare dalla dogana, e questa realtà imminente, è evidente, non lo rende pazzo di gioia. Anche se forse è solo una reazione patologica a un episodio accaduto un anno fa, quando su un volo per il Giappone insieme agli altri Gunners il suo manager gli ordinò di liberarsi di tutte le droghe in suo possesso prima dell’atterraggio, cosa che Izzy fece, cadendo immediatamente in un coma durato trentasei ore, che quasi richiese la cancellazione dei concerti per cui avevano fatto il viaggio.

Ma ad attendere Stradlin il giorno successivo (venerdì) c’è di peggio della dogana: deve tornare in America (“che sta per esplodere, amico! C’è



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