Tocco Graffiante by Gena Showalter

Tocco Graffiante by Gena Showalter

autore:Gena Showalter [Showalter, Gena]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Erotico
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Piansi quasi tutta la notte e le lacrime mi fecero arrabbiare ancora di più. Ero arrabbiata con Jonathan, con me stessa. Con Royce e Gwendolyn. Un momento credevo a Royce, il momento seguente non più. Ero stupida come mia madre? O, peggio ancora, ero stupida come la Naomi di una volta?

No, certo che no. Niente di tutto ciò significava che mi fidavo completamente di Royce.

Perché gli uomini ci tradivano? Perché gli uomini erano convinti di poter spezzare il cuore di una donna mentendole e dando il meglio di se stessi a un'altra? Non era giusto. Non era accettabile. Era una disgustosa mancanza di rispetto, vile e cattiva.

Quando Royce arrivò la mattina seguente, avevo gli occhi ancora gonfi e arrossati. Non volevo, lasciare la città. Avevo un sacco di cose da fare: pedinare Nora Hallsbrook, fotografarla insieme al mio patrigno e, cosa ancora più importante, uccidere Jonathan.

Forse avevo bisogno di quel viaggio. Royce era un'ottima distrazione. E poi mia madre continuava a chiamarmi perché non le rispondevo. Avevo abbassato la suoneria. Non volevo mentirle dicendole di non aver trovato niente, ma nemmeno cosa avevo trovato. Perché ancora poteva negare l'evidenza.

Aprii la porta e trovai Royce che mi porse una cinquantina di orchidee gialle, bianche, rosa e azzurre. Azzurre? Rimasi senza fiato.

«Sono per te» disse. «So che l'azzurro è il tuo colore preferito, così ho fatto tingere qualche petalo.»

Accettai il mazzo di fiori con sguardo inorridito, come se fosse una bomba sul punto di scoppiare. Richard mi portava sempre i fiori, rose rosse, quando doveva farsi perdonare qualcosa.

Ma il cuore mi diceva che questa volta era diverso. Royce si era dato da fare per soddisfare i miei gusti. E lo aveva fatto per consolarmi e non per distogliere la mia attenzione da un suo improbabile comportamento deplorevole.

«Ho cercato in tutto lo stato per trovarle» mi disse.

«Sono bellissime» mormorai. «Grazie.»

«Se ti metti a piangere, mi costringerai a strapparmi il cuore dal petto per donartelo. Come ti senti?»

«Meglio.» Sospirai ammirando quei petali meravigliosi. «Grazie per tutto.»

Sorrise. «Stavo per darti una lista delle cose da fare, ma era tutto troppo eccitante e ho deciso di aspettare che fossi più ricettiva.»

Scoppiai a ridere. Mi fece un gran bene, dimenticai i guai e scaricai la tensione, libera di potermi divertire con lui.

«Mi fai entrare?» chiese Royce. «Ho un altro regalo per te.»

«Certo, entra. Che regalo è?» Non riuscivo a nascondere l'eccitazione.

Entrò in casa, si voltò verso di me e mi diede un altro palmare. «Per te.»

Maledizione!

«Ho notato che l'altro ha messo le ali ed è volato fuori dalla finestra, così ho pensato che ti sarebbe piaciuto averne uno nuovo.»

«Grazie.»

«Sei pronta?»

«Prima metto questi nell'acqua.» E me ne andai.

In cucina, infilai il palmare sotto una pila di riviste e misi le orchidee nel mio vaso di cristallo preferito.

Mi soffermai ad assaporare quel profumo di rugiada. Chiusi gli occhi trattenendo il respiro.

Ero contenta che si fosse dato tanto da fare per me, ma allo stesso tempo non lo ero. Iniziavo a cedere. Posai il vaso a centrotavola al posto dei garofani che quella stessa mattina mi aveva mandato il mio patrigno.



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