Torino Diabolika by Daria Testoni

Torino Diabolika by Daria Testoni

autore:Daria Testoni [Testoni, Daria]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: guida turistica - Torino - magia - storia - delitti - mistero
editore: Scritturapura
pubblicato: 2020-11-13T10:44:31+00:00


VILLA MELANO “LA CASA DEL DIAVOLO”

E L’IMPICCAGIONE DEL BAMBINO

quella casa eguaglia

- se non supera in orrore -

la più crudele fantasia del genio.

(La casa stregata, Howard P. Lovecraft)

“Raccontaci un’altra storia di fantasmi”, mi avevano chiesto gli amici qualche anno fa mentre ci trovavamo nello scantinato di una villa abbandonata, situata in un comune nella provincia della mia città, dove si diceva fosse stata murata viva una giovane serva che non si era voluta concedere al suo padrone. E là, nell’umidità che trasudava da quelle pareti, col sole che fuori stava tramontando ma i cui confortanti e carezzevoli raggi non potevano raggiungerci là sotto, ho iniziato a narrare la vicenda di Villa Melano.

Villa Melano, chiamata gioiosamente da molti “La casa del diavolo”, si trova a Rivoli, comune appartenente alla prima cintura di Torino (un po’ come Parigi ha gli arrondissement, Torino ha le cinture).

La villa si impone maestosa su una collina dalla quale sembra chiedere, a tutti coloro che incrociano il suo sguardo, che la sua storia non venga dimenticata. Costruita nel 1601 per accogliere un convento di frati, in seguito all’avanzata di Napoleone divenne una nobile dimora che, dopo essere passata per diversi padroni, arrivò nella seconda metà dell’Ottocento nelle mani di Mario Melano, il suo ultimo proprietario.

Organizzata su più piani, si appoggia su un terreno in pendenza ed è arricchita da un giardino così immenso da ospitare un bosco. Questo luogo, capace di risvegliare inquietudini viscerali, è il teatro di una vicenda tremenda che molti sostengono non appartenere alla fantasia, anzi, ciò che si tramanda di bocca in bocca dai Rivolesi sembra basato su fatti realmente accaduti.

La figlia dei Melano s’innamorò a quattordici anni di un inserviente, appena più grande di lei. Il loro amore rimase segreto per diverso tempo, protetto da un boschetto vicino casa, finché lei non rimase incinta e la famiglia venne a conoscenza della loro relazione.

Quando nacque il bambino, la famiglia decise di tenerlo nascosto, sia per salvaguardare il proprio buon nome, sia per non far fallire il piano di dare in moglie la fanciulla a un nobile a cui l’aveva già promessa.

La giovane fu costretta quindi a convolare a nozze con il blasonato consorte mentre il bambino, rimasto nella villa, celato agli occhi di tutti, cresceva vegliato dal padre naturale che si dice fosse rimasto al servizio dei Melano anche dopo che la sposa aveva lasciato la casa.

Quando il bimbo raggiunse l’età di sette anni, preoccupata di non riuscire più a nasconderlo in maniera adeguata senza che l’accaduto venisse a galla, la famiglia Melano prese una decisione terrificante: il bambino venne impiccato sulla torre della villa, e lasciato lì.

Un giorno la madre, spintasi fin su la torre durante una visita ai suoi genitori, si trovò davanti a quell’indescrivibile orrore e, scioccata, decise di gettarsi dalla finestra tenendo abbracciato il corpicino.

Qui cala il buio sulla fine della famiglia Melano. Forse venne massacrata dal padre del bambino, che aveva assistito impotente alla tragica scena.

Diverse testimonianze parlano del fantasma del piccolo o della mamma suicida, scalpiccii veloci e singhiozzi di bimbo che risuonano nell’aria e che ancora si aggirano tra le sue fredde mura.



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