Tra Dio e il cosmo by Raimon Panikkar

Tra Dio e il cosmo by Raimon Panikkar

autore:Raimon Panikkar [Panikkar, R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: I Libri dell'Ascolto
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2005-12-31T16:00:00+00:00


1 Advaita significa «non-due».

2 Sistema filosofico secondo il quale tutte le cose sono riducibili all’unità.

12.

L’interreligioso e l’intrareligioso.

Che cos’è il dialogo?

Gw.J. Il dialogo interreligioso nasce in maniera spontanea e sporadica fra certi individui? O nasce piuttosto sotto la spinta di avvenimenti socio-politici, come ad esempio le guerre, quando circostanze e congiunture che avvicinano gli uomini nella disgrazia o nella preoccupazione fanno sì che si trovino ad esprimere fondamentalmente una medesima aspirazione, certo non identica ma almeno molto simile – al punto che le separazioni o le esclusioni appaiano loro ridicole? In che modo, infine, un simile dialogo nato dall’esperienza viene a instaurarsi in un momento successivo a un livello teologico, e poi eventualmente a un livello istituzionale?

R.P. Ha ragione a porre la domanda in maniera tale che non si senta una separazione totale fra il sociale, il politico, il teologico e il religioso. Il dialogo interreligioso, infatti, ha in realtà una dimensione universale, e questo fin dalle origini. In India, in particolare, questo dialogo è costante, anche se assume a volte la forma di una lotta fra le diverse tradizioni religiose. Si discute a tutti i livelli, e prima di tutto su un piano esistenziale. Vi si rischia la propria testa, dice una Upanishad.

Il cristianesimo, per passare al caso specifico, è il frutto di dialoghi fra gruppi e riferimenti molteplici: il luogo di nascita ebraico, la cultura greca dominante all’epoca, e il mondo politico romano. Quando mi accade di dover difendere quel grande genio che fu Paolo – e quando dico «genio» non dimentico tuttavia certi aspetti inquietanti della sua dottrina –, osservo che Paolo ebbe un cuore ebraico, una mentalità greca e un’esistenza romana. Una sintesi o simbiosi del genere non si può realizzare senza lotte e tensioni di ogni tipo, ma è feconda.

Il cristianesimo è nato da questi dialoghi, da queste tensioni. Bisogna leggere i Padri greci e i Padri latini! Bisogna ascoltare Tertulliano, Origene! Tutti sono in dialogo costante con l’ordine politico, con l’eredità ebraica e con le categorie greche. Certo, nel momento della creazione del Sacrum romanum imperium germanicum con Carlomagno il dialogo è stato in qualche modo soffocato. In un primo tempo ci fu la conversione di quei popoli che venivano chiamati ancora barbari – i Germani, i Goti, i Visigoti, i Vandali e tanti altri ancora; si convertirono non soltanto per effetto della forza delle armi, ma anche in virtù di quello che chiamerei uno stato di cose. Si convertirono a motivo della pressione culturale e politica dell’ambiente, spesso senza la minima difficoltà, anche se ci furono casi di netta coercizione, soprattutto sociale.

Le generazioni successive cominciarono a fare vere e proprie incursioni teologiche dentro il cristianesimo. È quella che si può ancora chiamare la grande influenza germanica, moderna o gotica, che si è esercitata in seno alla cristianità, e che ha dato a quest’ultima la sua configurazione moderna. Dopo di ciò si è instaurato una specie di grande dialogo con l’islam – un po’ brutale certo, perché ci si riteneva, a torto o a ragione, minacciati.



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