Trinità by Leon Uris

Trinità by Leon Uris

autore:Leon Uris [Uris, Leon]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
ISBN: 2566893739321
Google: bN7JGwAACAAJ
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1976-08-15T00:00:00+00:00


Dopo “Dio salvi la Regina” e l’invocazione, il visconte Hubble passò quasi con timidezza da capotavola al podio, e venne a trovarsi di fronte a una folla di oltre seicento persone. In alto, dalle travi scoperte, pendeva, a un’estremità della sala, una enorme Union Jack.

Al lato opposto, un’altrettanto gigantesca bandiera dell’Ulster.

Dietro a Roger, su un enorme striscione, teso da un lato all’altro della sala, si leggeva: L’ULSTER SI BATTERA’ E L’ULSTER TRIONFERA’.

Sir Frederick aveva seguito tutti i preparativi e il momento della verità con una certa invidia. La rapidità e la decisione con le quali agivano insieme Roger e sua figlia erano riuscite a portarli rapidamente in primo piano. Il debutto della nuova viscontessa aveva completamente abbacinato i severi protestanti dell’Ulster.

Ma Sir Frederick non sospettava minimamente il colpo che suo genero teneva in serbo. Lord Roger si era avvicinato quasi timidamente al podio e ora rivolse un benvenuto formale agli ospiti, come a dire: “È un grande giorno per voi uomini comuni perché ci troviamo insieme in questa faccenda”.

Mentre Roger cominciava a citare la lunga storia dei saccheggi di Hubble Manor, Weed si rese conto che rivendicava un diritto alla leadership basato su un lungo retaggio. Sin lì, tutto bene. Ma poi venne la prima stoccata di Roger. Egli asserì placido, che era stata di Lord Churchill l’idea di tenere il comizio più importante del suo viaggio nella storica Long Hall. Attribuendo un’importanza esagerata a Hubble Manor, poneva se stesso al centro dell’universo dell’Ulster occidentale.

Infatti, sebbene si fossero riuniti lì per uno scopo comune, Roger non lasciava sussistere dubbi riguardo al fatto che lui e i nobili erano i padrini, i protettori e i capi delle masse protestanti.

«Mi è stato chiesto di assumere la leadership degli Unionisti nell’ovest, ed io accetto umilmente un così grande onore.»

Tenere lì la riunione non era stata affatto un’idea di Churchill, né alcun altro aveva avuto l’idea di porre il giovane Roger a capo degli unionisti, ma nessuno avrebbe incrinato la compattezza della riunione opponendosi a quella sua mossa audace per il potere, ed essa venne lasciata passare senza commenti.

Ciò nonostante, Sir Frederick si domandò se Roger e Caroline fossero d’accordo al riguardo, e sin dove avrebbero potuto spingersi qualora lo avessero voluto.

«Ho l’enorme piacere di presentarvi il primo degli oratori che vi parlerà sulla questione del distacco economico dall’Inghilterra. Senza dubbio, egli non ha bisogno di essere presentato a me, poiché è mio suocero, e ancor meno a voi, in quanto chi mai, nell’Ulster, non ha sentito parlare di Sir Frederick Murdoch Weed?»

Mentre Roger concludeva quell’entusiastico tributo, Sir Frederick spense il sigaro e vuotò con un ultimo sorso il bicchiere che conteneva gin, e non acqua, sotto gli occhi di parecchie decine di Pastori e di fautori della temperanza. Ingobbito, si diresse ringhiosamente verso il podio, celando la propria irritazione a causa del colpo basso di Roger, stringendo la mano a Roger per dimostrare l’unità dell’est e dell’ovest, della ricchezza, del potere e dell’influenza dell’Ulster; dei comandanti della nave.

«Non facciamoci» cominciò Sir Frederick «una sola illusione sulle conseguenze della Home Rule.



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