Ultimo Elfo 07 - Arduin il rinnegato by Silvana De Mari

autore:Silvana De Mari [Mari, Silvana De]
La lingua: ita
Format: epub
Google: ETbYswEACAAJ
editore: Ares
pubblicato: 2017-02-14T23:00:00+00:00

2.

Mentre mettevano selle e finimenti ai cavalli, una cauta allegria osò circolare tra gli uomini. Ci furono quiete battute sul fatto che quei cavalli pensavano ormai di mangiarseli, e invece incredibilmente servivano ad andare a combattere, che si intrecciarono con altre battute che commentavano quanto sarebbe stato meglio mangiarseli invece che andare a farsi ammazzare, e le sovrastarono.

Erano uomini in fondo: forse anche bravi a fare l'acqua che andava verso l'alto, e disegni con i fiori, ma per il coraggio era meglio non contarci. Persino lì, nel cortile del torrione, c'era la solita aiuola tutta colorata con il solito spruzzo di acqua verso l'alto.

Arduink era vicino a Nakail. Il nano era salito sopra gli ingranaggi del ponte in maniera da lavorare sulle catene e le teste dei due si trovavano più o meno alla stessa altezza. Così l'orco riuscì a sussurrare la domanda che gli premeva sullo stomaco. Riguardava una curiosità che sarebbe potuta sembrare stupida in quel momento, ma lui non voleva morire senza averla chiarita...

«Ma l'acqua che va verso l'alto», chiese sottovoce, indicandola, «è una magia, vero?».

«No, mio signore», rispose sempre pianissimo il nano, sorridendogli felice. «È la capacità dei nani di controllare la materia. Vedete signore: c'è un serbatoio d'acqua più alto del punto superiore dello zampillo. Guardate al di sopra, signore, quella specie di grande botte di terracotta: è un serbatoio dell'acqua. Da lì parte il tubo che termina nella fontana. L'acqua in basso cerca sempre di raggiungere lo stesso livello del serbatoio da cui proviene. Quindi è sufficiente che voi mettiate un serbatoio molto in alto e tutta l'acqua che proviene dai tubi che arrivano da questo serbatoio danzerà verso il cielo come per magia, ma è solo meccanica, signore, conoscenza della materia. Non è magia».

Il ragazzo orco annuì. Era bello. Intelligente. E si commosse, ma poi, al solito, si irritò:

«Possibile che gli orchi, che pure sono intelligenti, non siano in grado di partorire per primi un'idea così geniale ed elementare insieme?».

Comprese che quella danza di acqua e tutte le altre conoscenze degli elfi, degli uomini e dei nani esprimevano una forma inaspettata di un potere insospettato.

«Non è magia, signore, ma conoscenza. Voi imparate a conoscerla e la materia vi viene dietro, come un cagnolino», confermò Nakail.

«È vero, signore», sussurrò un giovane di fianco a lui. Aveva la faccia tumefatta da ecchimosi. Doveva essere stato massacrato di botte; i capelli erano completamente nascosti sotto uno spesso cappuccio, «ma anche la conoscenza dello spirito vi porta al dominio della materia, quando la mente dell'uno si fonde con quella del tutto, allora è possibile dare ordini che trascendano le leggi della natura. La magia esiste».

«Tu sei un elfo, vero?», provò a indovinare Arduink.

«Sì, mio signore, mi chiamo Aladiah, e non è colpa mia, non è colpa della mia gente se gli orchi ci hanno invaso, non è colpa della mia gente».

«No, non lo è», mentì Arduink.

Certo che era colpa loro, se quegli imbecilli non si fossero persi di coraggio davanti a qualche ragazzino ammazzato, la guerra l'avrebbero potuta ancora vincere.

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