Un bicchiere di veleno by Pierdomenico Baccalario & Alessandro Gatti

Un bicchiere di veleno by Pierdomenico Baccalario & Alessandro Gatti

autore:Pierdomenico Baccalario & Alessandro Gatti [Baccalario, Pierdomenico & Gatti, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Piemme
pubblicato: 2016-06-14T22:00:00+00:00


10.

Attenti al postino!

— Mamma mia, che postaccio! — esclamò Fabò, una volta che furono usciti dal tribunale. — Non ci rimetterei piede per nessuna ragione al mondo. Mi sentivo soffocare. Ed era come se mi stessero guardando tutti.

— È perché hai la coscienza sporca — lo freddò la sorella.

Fabò saltò un sacco della spazzatura. — Macché! Qui di sporco ci sono solo le strade.

Annette guardò verso l’ingresso del tribunale, pensando a quanto aveva appena ascoltato, poi si accorse che, davanti allo stesso lampione dove avevano incontrato Janvier, c’erano un uomo e una bicicletta.

— Signor Cormolles? — domandarono all’unisono i due fratelli quando lo riconobbero. — Che cosa ci fa qui? Il postino aveva la stessa espressione truce della sera prima. Indossava la sua divisa da lavoro e il cappello spiovente sulla fronte, con una visiera lunga quasi quanto il suo naso. Sembrò molto seccato di vedere arrivare solo i due ragazzi e non l’avvocato Janvier.

— Ah... ecco... buongiorno, ragazzi — disse, come se ogni parola gli costasse una gran fatica. — Ho finito il mio turno del mattino e... poiché ero da queste parti, ho pensato di... venire a dare un’occhiata. La signora Barduchon è con voi?

— Se n’è andata un’oretta fa.

— E... l’avvocato?

— È dentro, in tribunale, che parla con un suo vecchio amico.

Il postino annuì toccandosi un paio di volte il berretto. Annette notò una copia arrotolata di Le Monde che gli usciva dalla tasca del giubbotto.

— Hanno deciso di trattenere Deloffre per quattro giorni — disse.

Victor sollevò il volto da furetto. — Ah —. Rimase un attimo in silenzio, poi chiese: — E... c’era anche... la polizia, nell’aula?

— Un paio di gendarmi.

— Hanno detto qualcosa sulle indagini? Voglio dire... sapete se ci sono dei poliziotti... a casa di Deloffre?

Annette e Fabò scossero il capo.

— Se vuole, possiamo telefonare a mio padre.

— No! — esclamò Victor, come se si fosse scottato. — Era solo per capire se... voglio dire... rue Charlot non è lontano da qui...

— Venti minuti a piedi. Cinque in bici — disse Fabò dando un calcetto alla ruota posteriore della bicicletta di servizio di Victor. — Oh, scusi! Non volevo!

Lo scusi, signor Cormolles — si intromise Annette. — Mio fratello a volte è così... impulsivo. Sii educato con il signor Cormolles.

— Victor — disse il postino. — Chiamatemi Victor, per favore.

— Come preferisce, signor... volevo dire... Victor.

— L’avvocato ci starà ancora molto, là dentro? — domandò lui annusando l’aria che sapeva di spazzatura.

— Come facciamo a saperlo? — ribatté Annette.

— E... voglio dire... voi due... dovete sempre muovervi insieme?

— Che cos’ha in mente, Victor?

— Sai stare sulla canna, ragazzo?



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