UN INVERNO IN ARMENIA (Quintilio, Vita tra Repubblica e Impero Vol. 11) (Italian Edition) by Rossi Claudio

autore:Rossi, Claudio
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-07-16T00:00:00+00:00

XXXVIII.

La donna piangeva come una fontana, e ormai era fin troppo chiaro perché avesse voluto la morte del marito. Il tribuno invece era in preda a molti pensieri, e mi fece segno che ci spostassimo di qualche passo lungo il fiumiciattolo.

«Lasciamola piangere», sussurrò, senza nascondere la perplessità. «Ora dovrà dirmi il resto! Non riesco a capire come abbia fatto questa donna a finire nell’ambasceria che è stata inviata a Quinto Labieno. Sa parecchie cose anche di quel principe, e forse otterremo delle notizie utili».

Pochi istanti dopo Domizia si era ricomposta, e il tribuno riprese: «Ti ringrazio di avermi detto come stanno le cose. Ma ancora non capisco come tu abbia fatto a entrare in questa trama».

«Mio figlio Marco morì il giorno dopo la partenza di Licinio, tra atroci sofferenze, e fummo avvisati dagli amici di mio padre che si doveva fuggire da Efeso perché era già iniziata la ricerca dei sostenitori di Bruto e Cassio. C’erano delle liste di proscritti, a mano a mano che venivano trovati venivano giustiziati e i loro beni sequestrati. Mio padre riuscì a farci fuggire ad Antiochia, dove conoscevamo alcune famiglie benestanti in grado di aiutarci. Io ero ancora attaccata alla vita solo perché avevo giurato di farla pagare a quel traditore di mio marito.»

«Capisco il tuo dolore… ma chi ti diede il messaggio da portare qui?»

«Pochi mesi dopo», continuò la donna, «quando mio padre era già morto dal dolore per la perdita del suo unico nipote, un importante legato dell’esercito si presentò alla mia casa ad Antiochia insieme al tribuno Secundiano, un ufficiale assai noto in Siria e che anch’io avevo già visto in precedenza un paio di volte insieme a Licinio. Non sapevano nulla di ciò che era accaduto nella mia famiglia, credevano che un morbo avesse ucciso sia mio figlio che mio padre. Sapevano di Licinio, e di come fosse passato nelle schiere del Gran Re. Mi misero al corrente poco per volta del progetto di Marco Antonio… ma allora io non sapevo che ci fosse lui dietro questa faccenda. All’inizio mi dissero solo che era cosa dell’esercito. Io ero rimasta sola dopo la morte di mio padre e credetti che gli dèi avessero voluto offrirmi la possibilità di portare a compimento il giuramento di vendicare mio figlio Marco. L’avevo giurato tenendogli la mano mentre era ancora caldo».

La donna riprese a singhiozzare, e il tribuno dovette attendere che si calmasse.

«A quegli ufficiali non dissi nulla, e Secundiano, che seppi solo più tardi essere grande amico e confidente del mio infame marito, mi mise a disposizione i mezzi per partecipare all’operazione. Ciò che ho fatto non riporterà in vita mio figlio Marco, ma almeno ho reso a quel padre snaturato ciò che si meritava.»

«Quindi nemmeno Secundiano sapeva che tuo figlio era stato… avvelenato dal padre?»

Domizia, gli occhi rossi, negò scuotendo il capo.

Molte cose della confusa vicenda non erano chiare, e il tribuno insistette: «Poco fa hai detto che sapevi che Secundiano era amico di tuo marito. Come mai i due si conoscevano?».

«Una volta si era fermato in casa nostra a Efeso per una notte, e l’avevo rivisto per caso ad Antiochia.

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