Un mondo a parte. 117 giorni by Ruth First

autore:Ruth First [First, Ruth]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788804324706
Google: bQcUAAAACAAJ
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1989-02-14T23:00:00+00:00

… su me stesso qui dentro. La mia cella è grosso modo tre per due e mezzo. Ha un tavolo e uno sgabello di legno, senza schienale. In un angolo c’è una piattaforma rialzata su cui troneggia il cosiddetto vaso sanitario. È tutto. C’è una finestra quadrata a un po’ più di due metri e mezzo d’altezza, con una rete metallica sul vetro così incrostata di polvere che sembra di guardare attraverso un vetro affumicato. Da lì riesco a scorgere il cielo e solo la cima del frontone di mattoni dell’ospedale del carcere. Le coperte e il materasso di feltro su cui dormiamo devono rimanere arrotolati e piegati contro il tavolo dalle 6 del mattino alla cena. Vestiti, viveri e oggetti da toeletta sono disposti in ordine sul tavolo o chiusi in sacchetti di carta. Per ragioni note solo all’oscura mente dei funzionari, non sono permesse valigie né borse di nessun tipo, ma solo sacchetti di carta o scatole di cartone senza coperchio. All’ora di cena bisogna mettere le scarpe fuori della porta della cella, sempre per qualche oscura ragione, dove devono restare fino alla colazione. La luce è incassata nel muro dietro una grata, così da illuminare solo la parte superiore della cella, lasciando in ombra tutto ciò che è al disotto del metro e venti.

Per me la notte è peggiore del giorno. Luci spente alle 8 di sera.

Cerco di trovare qualcosa da fare per restare in piedi fino alle 8,30. Ma comunque mi sveglio troppo presto, e dall’alba alle 5,30 mi giro e mi rigiro in preda a incubi spaventosi. Tremendo, così mi viene voglia di alzarmi e passeggiare. Ma non ho le scarpe! E allora resto lì a soffrire. Racconto a me stesso ricordi d’infanzia, non per intero, ma per cercare di scoprire che cosa porta un uomo a dover affrontare due processi per tradimento nel giro di sette anni.

Cammino per la cella almeno per un paio d’ore, pensando alla quantità di stupidi e noiosi lavoretti che una volta o l’altra ho fatto per passare il tempo, oppure ho visto fare, e poi m’invento qualche nuovo sistema per farli. Ce ne sono alcuni di buoni, potrebbero persino rendere bene.

È incredibile come diventi fertile l’ingegno quando si ha tutto il tempo per esercitarlo, senza nessuna distrazione o stimoli esterni.

Ho tenuto il conto e ho scoperto che sono sulla media di quindici parole (pronunciate) al giorno. «Grazie» tre volte, all’ora dei pasti.

«Posso avere un fiammifero, per favore?» due volte, durante l’ora dell’aria.

Tengo in esercizio le corde vocali con un recital serale di canzoni, approfittando del pubblico coatto, B…, H… e due guardie esterne, e della notevole acustica-tipo-bagno della mia cella, che mi consente di passare dal basso profondo al mezzosoprano! Aiutato, ovviamente, dall’aver diminuito gli zampironi a due al giorno nel secondo mese, con tutta l’intenzione di smettere completamente di fumare nel terzo.

Questo è solo uno dei trucchetti che sto sperimentando per essere sicuro di restare il meno ossessionato e nevrotico possibile in circostanze concepite appositamente per creare nevrosi.

Prendiamo

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.