Un passo in più by Guendalina Sibona

Un passo in più by Guendalina Sibona

autore:Guendalina Sibona [Sibona, Guendalina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2023-06-11T22:00:00+00:00


IVANO

Chi avrebbe detto che ci sarebbe stata così tanta gente in questa piazzetta?

Quando sono passato qualche ora fa, non m’era sembrata così grande. Eppure siamo in trecento, stipati qua nel mezzo, con un sacco di altra gente intorno che ci fissa come fosse al circo. Siamo noi l’attrazione, anche se non abbiamo fatto ancora niente. E non faremo poi molto in confronto a quelli che stanno passando qui avanti alla spicciolata, che di chilometri ne hanno già fatti duecento.

Oh, non voglio sminuirmi, ma questa è la gara corta del Tor. Tuttavia è la prima volta che mi approccio a una distanza così lunga. Centotrenta chilometri suonano davvero tanti.

Gli speaker parlano da un po’, ci hanno informato del meteo, che non dovrebbe essere malaccio. Ora stanno descrivendo il percorso, c’è una variazione perché non si passa sul Col Brison quest’anno.

Sono gli ultimi attimi prima della partenza.

Musica, grida, striscioni, gente che saluta altra gente, gente che si abbraccia, anche che si bacia, gente che scatta foto, flash. Droni che volano sulle nostre teste e si alzano nel nero della notte valdostana a cercare una visione d’insieme che ci ritrae come tanti puntini colorati tra le luci dei lampioni. E poi tutto intorno a me, che non conosco nessuno, diventa una grande festa dai dettagli imprecisati, perché mi concentro e resto da solo, coi miei pensieri.

Inizia a far freschetto. Mi batto le cosce con le nocche strette nei pugni e mi tiro su la cerniera della giacca, fino al buff. Sento il peso dello zaino perfettamente bilanciato sulle spalle. Intorno alla fronte, ho la fascia del Trail Grigne Sud, la prima gara di corsa in montagna a cui ho partecipato.

Undici mesi fa.

Correre di per sé non mi è mai piaciuto tanto.

Però l’amore per la montagna, quello l’ho sempre avuto.

Ero il classico appassionato che va in giro nel fine settimana a fare trekking. Ho frequentato anche il corso di alpinismo, perché mi scocciava andare senza una certa preparazione, così ho scalato pure qualche bella vetta, niente di troppo impegnativo, sia chiaro. Non sono mai stato tanto un tipo da polenta in rifugio, preferivo di più caricarmi lo zaino con la bottiglia di vino o di birra, due panini e un po’ di formaggio. Soste più brevi e giri più lunghi.

Vedere posti nuovi era il motivo che mi faceva muo­vere.

Avevo quella formazione mentale, anche perché, quando ero giovane, non c’era tutta questa gente che andava di corsa.

Vai adagio in montagna, m’han sempre detto.

E io così facevo, passi brevi e zaino carico. Perché oltre al cibo, mi portavo appresso tutta l’attrezzatura che forse, magari, nel caso, mi sarebbe potuta tornare utile. Il più delle volte, restava tutto dentro e rientrava a casa senza nemmeno aver visto il cielo. Ma in montagna, si sa, bisogna essere previdenti.

Però dentro di me, quando camminavo da solo, o con qualcuno che andava, mi piaceva spingere un po’ e stare in giro più tempo.

E poi, ho conosciuto quelli che andavano forte davvero e m’è partito l’embolo.

Oh, la colpa è di Cesare, che m’ha presentato Marco e Guè.



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