Una storia sbagliata by Erminia Dell'Oro

Una storia sbagliata by Erminia Dell'Oro

autore:Erminia Dell'Oro [Dell'Oro, Erminia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2024-02-03T15:34:53+00:00


Laura

Andava spesso in una grande libreria, sceglieva un libro e si sedeva in poltrona a leggere o a scrivere sul suo taccuino. Erano i momenti migliori della giornata, un luogo silenzioso, nessuno lo disturbava. Una sera, sentendo l’annuncio della presentazione di un romanzo, andò a sedersi nell’ultima fila. Accanto allo scrittore sedevano un critico letterario e una giovane donna che aveva seguito lo scrittore esordiente nel percorso della stesura del libro. Luca soffermò lo sguardo sulla sua treccia bionda, ed ebbe un momentaneo senso di angoscia, come se l’avesse già vista in un lontano passato o in un incubo dissolto nel tempo. Chiuse gli occhi, come per difendersi da un improvviso attacco di tormentate visioni, poi guardò le mani di lei, dita lunghe, sottili, senza anelli. Riuscì a concentrarsi sul romanzo di cui il critico stava parlando, la storia di un ragazzo tossicodipendente, diventato, dopo molte disavventure, un giornalista famoso. Era una buona serata per Luca, stava bene, non doveva sprecarla.

Alla fine della presentazione attese che lei rimanesse sola per qualche istante e l’avvicinò. Lo scrittore stava firmando i suoi libri, il critico se n’era andato.

«Ti occupi anche di poesia?»

Lei avrebbe voluto rispondere subito un no, ma fu colpita dallo sguardo del ragazzo e dai suoi modi. Aveva l’aria di un giovane intellettuale. «Leggo poesie, ma non sono un’esperta, non saprei giudicare.»

«Non preoccuparti, non cerco una pubblicazione, ho letto ben altri poeti, ma vorrei che le leggessi tu.»

Lei gli diede un appuntamento, sebbene non ne potesse più di richieste di poeti e aspiranti scrittori.

Due giorni dopo Luca arrivò all’appuntamento in libreria, ma senza le poesie, «ci ho ripensato», le disse, «non voglio farti perdere tempo». Lei non osava fargli domande, ma lui intuì. «Non ho un’occupazione fissa, per ora. Mi sono iscritto a una cooperativa, mi procurano lavori saltuari.»

Le fece capire, parlando con disinvoltura, di non avere una casa, dormiva dove gli capitava. Un suo amico attore, che lavorava anche per la televisione, lo aveva ospitato per due mesi. Non disse il nome del suo amico, né lei glielo chiese.

C’era qualcosa che la turbava in quel ragazzo, e non era soltanto lo sguardo, si percepiva in lui una profonda sensibilità. Avrebbe voluto sapere la sua storia, ma non osava fargli domande. Questa sera andrò a dormire da un mio amico di Bergamo, mi aspetta. Le chiese il numero di telefono, lei glielo diede. Lo vide attraversare la libreria a passi rapidi, lo zaino sulle spalle, lo vide uscire, poi rientrare e andare ancora verso di lei.

«Mi dispiace, se ti ho creato un problema lascia perdere.»

«Non preoccuparti, leggerò le tue poesie, telefonami la prossima settimana.»

«Forse parteciperò a un torneo di scacchi il mese prossimo. Vorrei farti leggere un libro sugli scacchi, l’ho visto ora su un banco, ma io ne ho una copia. È interessante anche per chi non conosce il gioco.»

«Anche mio padre è un appassionato giocatore di scacchi, ha cercato di insegnarmi quando ero bambina, è stato un inutile tentativo.»

Pensando a Luca nei mesi e negli anni successivi le sembrava di vedere il suo sguardo.



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