Unika - L'ultima porta by E.J. Allibis

Unika - L'ultima porta by E.J. Allibis

autore:E.J. Allibis
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 9788841876138
editore: Rihannon


Capitolo 32

IL CUSTODE

Monte Kailash, la Porta di Horizon

«Via! Andate via!»

L’esortazione di Metatron rimbalzava scomposta tra le macerie e si disperdeva nell’aria sovraccarica di pulviscolo. L’enorme quantità di detriti assorbiva suoni e rumori, rendendo l’atmosfera ovattata. Il simbolo di Sefira non era più visibile.

«È quella la Porta?» ripeté Ophidiel, spostandosi di fronte ai resti della parete franata. Aveva le gambe divaricate e i pugni chiusi. Il cranio ferito e sporco di polvere testimoniava che era rimasto immobile durante il crollo. In preda all’emozione per l’apertura della Porta, Ophidiel aveva atteso gli eventi con sfrontatezza, lasciando che i massi gli cadessero addosso.

Con un movimento nervoso si slacciò il mantello sporco e strappato, che scivolò a terra. Le spalle possenti erano segnate da lividi e graffi. Qualche rivolo di sangue gli rigava i muscoli pettorali. Ophidiel fece un passo in avanti e barcollò, provato dalla valanga di roccia che l’aveva colpito. Una frana di quella portata avrebbe ucciso chiunque, ma lui era ancora lì. Concentrato sul­l’obiettivo.

Appoggiò il braccio destro su un grande masso e affondò lo sguardo nella breccia che si era aperta nel muro. Nel buio si intravedeva una caverna ampia e profonda, sovrastata da una volta irregolare: il soffitto basso e incombente, a sinistra, si innalzava verso destra, man mano che la grotta diventava più spaziosa. Lunghe stalattiti piovevano dall’alto e si univano alle stalagmiti, formando possenti colonne calcaree.

La luce che rischiarava il tempio filtrava nell’antro e illuminava una rampa di scale scavata nella pietra, che si arrampicava verso le tenebre.

Di colpo, dall’oscurità sbucò un sasso che rotolò sui gradini, andando a fermarsi contro i piedi di Ophidiel.

«Chi c’è?» urlò l’Angelo del Male. Un fruscio dilagò dalla sommità della gradinata: qualcuno si stava muovendo.

«Sei tu, Metatron? Vigliacco, vieni fuori!»

«No, Ophidiel, non sono io.» Metatron era turbato. «Non c’è tempo da perdere, ascoltatemi tutti, laggiù!»

Gli occhi di Ophidiel si muovevano frenetici. Nishida si alzò in piedi e attese le parole del Saggio, pronto a scattare.

«La Porta di Horizon ha un Custode dormiente che si sveglia solo quando qualcuno prova ad aprirla.»

«La tua scaltrezza non mi incanta, Metatron!» replicò Ophidiel. «Cosa credi di fare? Ora basta… apri quella Porta!»

«Non posso.» La risposta di Metatron fu immediata. «La Porta si apre solo quando, insieme alla chiave, vengono inserite le due Entità Fondamentali. Se la condizione non si verifica, la Porta non si apre e il Custode si sveglia, scatenando la sua devastante potenza punitiva contro chi ha cercato di forzare l’ingresso.»

«Ma cosa stai dicendo?»

«È così, Ophidiel…»

«Non è vero, Metatron… non ti credo!» Ophidiel scuoteva la testa. «Ti conosco e so benissimo che non puoi delegare una decisione di questo livello a qualcun altro. Non lo faresti mai. È tuo il potere ma, soprattutto, è tuo il dovere di decidere. E stavolta non puoi metterti contro di me… apri la Porta!»

«Non ti permetterò di ricattarci in questo modo!» ruggì furioso Yesod.

«Aspetta, Yesod…» Metatron non fece in tempo a finire la frase, che l’esclamazione di Vlad Kazig lasciò tutti di stucco.

«Guardate!» L’ispettore fissava il varco. Una sagoma misteriosa scendeva i gradini.



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