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autore:Microsoft
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2020-04-28T16:00:00+00:00


Il computo dei giorni

Dopo otto anni di guerra sostanzialmente vittoriosa per gli Ateniesi la spedizione di Brasida in Tracia ha sconvolto il loro impianto strategico e ha dimostrato che le Lunghe Mura che collegano Atene al Pireo non sono sufficienti a impedire ai Peloponnesiaci di impiegare utilmente le proprie forze campali. Il prestigio militare del generale spartano è capace di dare speranza e vigore ai sentimenti antiateniesi che con l’allontanarsi del pericolo persiano si sono sviluppati nelle città sottoposte al loro dominio. La guerra di logoramento prevista e organizzata da Pericle si ritorce contro gli Ateniesi, aggrediti in territori lontani dalla madrepatria, difficilmente controllabili e in ogni caso difendibili solo con l’impiego di notevoli forze terrestri: la schiacciante supremazia navale non è riuscita a evitare una situazione nella quale sembra rendersi necessario lo scontro con un esercito nemico in campo aperto sulla terraferma.

Per di più gli Ateniesi hanno tardato a capire quanto sia pericolosa per loro la campagna lanciata da Brasida e invece di orientare lo sforzo bellico nel contrastarla fin dall’inizio hanno preferito lanciare contro i Beoti la grande operazione militare dell’anno, conclusa con il disastro di Delio. Appena saputo di questo rovescio ateniese gli Spartani si sono affrettati ad avanzare nuove profferte di pace32, nella speranza di trovare negli sconfitti di Delio e in coloro che hanno perduto Anfipoli e Torone ascoltatori più disponibili dei vincitori di Sfacteria.

Le previsioni spartane si dimostrano pienamente giustificate: la nuova situazione ha prodotto ad Atene un cambiamento notevole di aspettative e di rappresentanza politica. Cleone, che aveva voluto la continuazione della guerra alla ricerca di una vittoria decisiva33 anche dopo le generose offerte di pace avanzate dagli Spartani a seguito del rovescio di Sfacteria, deve cedere il passo ai moderati che si raccolgono attorno a Nicia e che intendono arrivare alla pace con gli Spartani, purché a condizioni accettabilmente vantaggiose.

Quanto agli Spartani il loro desiderio di mettere fine alla guerra e di riavere in patria i prigionieri di Sfacteria, anche a costo di notevoli sacrifici, è rimasto immutato. La stessa spedizione di Brasida è sempre stata considerata uno strumento per costringere gli Ateniesi a una pace ragionevole piuttosto che l’inizio di una nuova e più incisiva fase della guerra.

Tucidide riassume gli eventi in poche righe e non del tutto convincenti. Rimane certo che l’impresa di Brasida porta alla stipula di una tregua, della durata di un anno, fra Ateniesi e Spartani con i loro alleati. Compresi i Corinzi, ma esclusi i Beoti. Secondo Tucidide molti fra gli Ateniesi pensano già ad una ripresa della guerra non appena sia possibile organizzare una spedizione in Tracia contro Brasida e interpretano la tregua come uno strumento utile soprattutto a impedirgli di fare ulteriori conquiste nella regione, ma la buona fede di Nicia nel cercare una pace duratura non può essere messa in dubbio, come la stanchezza degli Spartani per la guerra.

La tregua è accettata anche dai Corinzi, i più determinati nemici di Atene, che hanno voluto il conflitto e in esso vedono l’unica soluzione alla lotta in corso per il controllo dei mercati occidentali.



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