Un'ora nella macchia batte qualsiasi libro by Doris Lessing

Un'ora nella macchia batte qualsiasi libro by Doris Lessing

autore:Doris Lessing
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Autostoppisti

Mi ci vollero due ore per percorrere la breve distanza da Harare a Marondera, non certo perche la macchina andasse piano; al contrario, era un'auto potente a cui non piaceva essere tenuta a freno. Mi fermavo continuamente per salutare un angolino, quel gruppo di macigni instabili o una fattoria in una strada laterale dove una volta andavo sempre in visita. No, il panorama non aveva perso la sua magnificenza, ne si era rimpicciolito, come fanno in genere le cose, sebbene avessi visto i deserti dell'Arizona, la California e l'Australia e mi fossi immersa in varie parti del mondo in grandi spazi e luoghi solitari. La strada correva ancora attraverso un'aria cristallina e, non appena si arrivava in cima a una salita, nella lontananza blu si stagliavano montagne e poi catene montuose. Il panorama pero aveva una nuova dimensione, dato che la guerra era finita solo due anni prima e quello che avevo sotto gli occhi era un paese in cui per un decennio si erano mossi, spesso furtivamente, spesso di notte, eserciti in lotta. In questa lontananza non si scorgono villaggi, apparentemente e ancora una terra vuota, ma soltanto perche le capanne si confondono e si mescolano agli alberi, alle colline, alle vallate.

Alcuni amici bianchi mi avevano detto: "Non dare passaggi ai neri per nessuna ragione, e pericoloso". I trasporti pubblici funzionavano male e a ogni fermata si accalcavano folle di neri in attesa. Se un'auto accennava appena a rallentare, le correvano dietro in gruppo, urlando e sbracciandosi. Feci una sosta a una fermata dell'autobus e immediatamente la macchina fu circondata. Nella vecchia Rhodesia del Sud, dove i neri dovevano stare al proprio posto, una scena simile sarebbe stata impossibile. A un vecchio che si chinava per sbirciare il sedile di fianco a me, dissi: "Salga"; lui fece un cenno perentorio a due donne fra la folla. Apri la portiera e le fece salire di dietro, poi prese posto accanto a me, facendo gesti minacciosi alla gente, che esprimeva il proprio vivo disappunto. "Vada," mi disse con la stessa perentorieta. Cercai di avviare una conversazione, ma lui rispondeva si o no o niente del tutto. Provai con le donne, ma lui mi disse: "Non capiscono quello che dice". Dalle loro facce mi resi conto che non era vero. Gli dissi: "Torno in questo paese dopo venticinque anni. Sono cresciuta a Lomagundi". Nessuna replica da parte sua. Stupidamente, ne rimasi seccata. Che cosa speravo? La ragione si aspettava una cosa, i sentimenti un'altra. Dopo una quindicina di chilometri, mi ordino: "Fermi qua". Mi fermai. Non vidi ne un edificio, ne una strada e nemmeno un sentiero, solo foresta. Scese e si allontano, lasciando indietro le due donne. Armeggiarono con la maniglia senza riuscire ad aprire la portiera e vi si accanivano contro irritate e furiose, volendo manifestare il proprio stato d'animo. Gliela aprii io. Loro scesero e seguirono l'uomo. Marito? Padre? Lui indossava pantaloni lunghi color kaki e una buona maglia grossa. Loro portavano corti abiti colorati e golfini. Solo trent'anni



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