Unravel me by Tahereh Mafi

autore:Tahereh Mafi [Mafi, Tahereh]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: horror, Fiction, Juvenile Fiction, Distopico
ISBN: 9788817091169
Google: leI5vgAACAAJ
Amazon: B0089LOFGC
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-02-05T00:00:00+00:00

Warner è qui.

TRENTACINQUE

Compare sulla soglia proprio dalla parte opposta della stanza rispetto a dove mi trovo ora, ed è esattamente come me lo ricordo. Capelli dorati, pelle perfetta e occhi troppo luminosi per la loro pallida sfumatura di smeraldo. Ha un volto estremamente bello, che, ora me ne rendo conto, ha ereditato dal padre. È quel genere di viso in cui nessuno ormai crede più: linee e angoli disposti secondo una simmetria immediata, quasi offensiva nella sua perfezione. Nessuno mai dovrebbe desiderare di avere un viso come quello. È un volto destinato ai guai, al pericolo, per compensare tutto quel che ha rubato a qualche povero innocente.

È un eccesso.

È un’esagerazione.

Mi spaventa.

A quanto pare, nero, verde e oro sono i suoi colori. Il completo nero come la pece, fatto su misura per le sue forme slanciate ma muscolose, contrasta nettamente con la camicia bianca ed è adornato da una semplice cravatta nera annodata alla gola. È dritto, alto, impassibile. A chiunque altro sembrerebbe imponente, perfino con il braccio destro ancora appeso al collo. È il tipo di ragazzo a cui è stato sempre e solo insegnato a comportarsi da uomo, a cui è stato detto di cancellare il concetto stesso di infanzia dalle sue aspettative. Le sue labbra non osano sorridere, la sua fronte non si aggrotta per l’angoscia. Gli è stato insegnato a celare le sue emozioni, a nascondere al mondo i suoi pensieri e a non fidarsi mai di nulla e di nessuno. A prendere quello che vuole con qualunque mezzo necessario. Lo vedo con estrema chiarezza.

Ma a me sembra diverso.

Il suo sguardo è troppo intenso, i suoi occhi troppo profondi. La sua espressione trabocca di qualcosa che non voglio riconoscere. Mi sta guardando come se ci fossi riuscita davvero, come se gli avessi sparato al cuore e lo avessi mandato in pezzi, come se lo avessi lasciato morire dopo che mi aveva detto che mi amava e mi fossi rifiutata di pensare che ciò fosse anche solo possibile. E adesso vedo che cosa c’è di diverso in lui. Vedo che cosa è cambiato.

Non sta facendo alcuno sforzo per nascondermi le sue emozioni.

I miei polmoni sono bugiardi, fingono di non riuscire a gonfiarsi solo per divertirsi a mie spese e le dita mi tremano, lottano per evadere dalla prigione delle mie ossa come se avessero atteso per 17 anni di volarsene via.

Scappa, dicono le mie dita.

Respira, continuo a ripetere a me stessa.

Warner da bambino. Warner come figlio. Warner come ragazzo che ha solo una comprensione limitata della sua stessa vita. Warner con un padre che sarebbe capace di impartirgli una lezione uccidendo la sola creatura per cui lui sia mai stato disposto a supplicare.

Warner come essere umano mi terrorizza più di qualunque altra cosa.

Il comandante supremo è impaziente. «Siediti» dice a suo figlio, accennando al divano su cui si è accomodato lui stesso.

Warner non mi rivolge la parola.

I suoi occhi sono incollati al mio viso, al mio corpo, all’imbracatura fissata al mio petto; il suo sguardo indugia sul mio

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