Urania 0301 - La chiave dello spazio by Murray Leinster

autore:Murray Leinster [Leinster, Murray]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: PIPPO
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-05-13T22:00:00+00:00

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Fu una trasmissione sensazionale. Jamison faceva da commentatore, declamando nel microfono appeso al collo, mentre Bell si dava un gran daffare con la telecamera. L'astronave scendeva accompagnata dal rombo incessante dei suoi razzi, ma nonostante il frastuono assordante, Jamison riusciva a parlare con scioltezza professionale.

- Questo pianeta - disse, mentre le immagini riprese da Bell passavano direttamente al trasmettitore situato al piano sottostante, - è il primo, eccettuato la Terra, dove sia atterrata una astronave creata dall'uomo. È paradossale che gli uomini, prima di calpestare le pianure di Marte, rosse per l'ossido di ferro, e di respirare l'aria rarefatta, o di lottare per la vita nelle tempeste di ammoniaca su Venere, abbiano invece posato lo sguardo su un mondo che li accoglie nelle più remote profondità dello spazio. È qui che noi ora stiamo scendendo, qui su questo pianeta ricco di vegetazione. E tutta l'umanità ci accompagna nella nostra discesa. I ghiacciai garantiscono l'esistenza d'acqua e di aria in abbondanza, e i vulcani fumanti ci dicono che questo mondo è molto, molto simile alla nostra Terra!

Staccò il microfono, e torcendo la bocca disse piano: - Sono ancora in onda?

Cochrane annui. - Avanti - gli disse. - Se viene a mancare la voce sarà il miglior segnale di fine della trasmissione. Le immagini sono ottime!

Jamison rimise a posto il microfono e proseguì: - Vedo foreste di alberi giganti che mi ricordano le sequoie della nostra madre Terra. Vedo fiumi impetuosi, che spumeggiano nei letti di roccia, scendendo dai ghiacciai. Siamo ancora troppo in alto per poter distinguere l'eventuale presenza di creature viventi, ma scendiamo con rapidità. Eccoci ora al livello delle più alte montagne… Ora siamo già al di sotto delle loro vette fumanti. Sotto di noi si apre una vallata immensa, lunga chilometri e chilometri. In essa si potrebbe costruire una città. E sullo sperone roccioso ammantato di verde che torreggia alto sulla vallata si potrebbe edificare un castello.

Inarcò le sopracciglia, ammiccando a Cochrane; ormai erano nelle zone più basse dell'atmosfera, e uno dei difetti, o meglio delle condizioni, delle necessità, anzi, del campo di Dabney, era che entrambe le piastre si trovassero nel vuoto assoluto. Una di esse, invece si trovava adesso nell'atmosfera. Ma Cochrane, esperto uomo di televisione abituato a calcolare le scene al decimo di secondo, sollevò due dita per indicare che aveva ancora venti secondi di tempo.

- Noi guardiamo, e voi guardate con noi, un mondo che sarà la patria per tanti uomini delle generazioni a venire - riprese Jamison. - La sede della prima colonia umana fra le stelle!

Cochrane cominciò a contare con le dita: dieci, nove, otto…

- Stiamo per atterrare - declamò Jamison. - Non sappiamo quello che troveremo. Cosa?… - Pausa ad effetto. - Esseri viventi? Ma sì, è proprio una creatura vivente quella che abbiamo visto laggiù, sotto di noi. Ed ora addio, vi salutiamo dalle stelle!

Concedendo tre secondi alla trasmissione per raggiungere la Luna, e altri due per scendere da II sulla Terra, l'ultima parola: stelle! era stata pronunciata nell'istante preciso

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