Urania 0325 - Sbarco nel cratere by Murray Leinster

autore:Murray Leinster [Leinster, Murray]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urania, fantascienza, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 2012-06-09T13:59:40+00:00

La registrazione si interruppe bruscamente e ai microfoni tornò l'annunciatore. Disse che il radiotelegrafista dell'elicottero aveva data qualche altra informazione, ma che quasi subito la trasmissione era stata interrotta.

«Scommetto» disse Lockley alla fine del bollettino «che le altre informazioni dicevano che gli invasori hanno cercato di fargli capire che la Terra deve arrendersi.»

«Perché?»

«Che altro potrebbero fare? Venire a trattative amichevoli quando possono far tranquillamente retrocedere l'esercito e impedire agli aerei di sorvolare la loro zona? Forse non sanno che abbiamo la bomba atomica, ma non ci scommetterei.»

«Dicevate che forse sono degli uomini che fingono di essere dei mostri» osservò Jill. «In questo caso Vale può essere stato ucciso per aver scoperto che sono uomini e non creature extraterrestri.»

«Meglio abbandonare quell'ipotesi» disse Lockley. «Questi esseri non agiscono come uomini. Facendo allontanare l'apparecchio che stava per prendere terra vicino a noi, e non usando il raggio sui fuggiaschi che con tutta evidenza l'aereo era venuto a salvare, hanno dimostrato di non essere uomini in procinto di conquistare un continente. E quel far retrocedere il cordone di truppe... no, non è tattica da esseri umani. Se fossero stati uomini avrebbero sterminato le truppe regolando il raggio alla intensità massima.»

«Supponiamo che la loro arma non sia così potente...»

«Non sarebbero atterrati con un'arma che non può uccidere» ribatté Lockley. «Con tutta probabilità sono dei mostri. Ma non agiscono neppure da mostri.»

Jill rimase alcuni istanti in silenzio.

«Nemmeno da mostri che vogliono farsi degli amici?»

«Non avrebbero fatto un atterraggio a sorpresa» rispose Lockley. «Si sarebbero fermati sulla Luna e avrebbero lanciato dei segnali fino a risvegliare la nostra curiosità. Poi avrebbero cercato di atterrare, o di incontrare un uomo in orbita, o qualcos'altro. Ma non l'hanno fatto. Hanno atterrato a sorpresa, ci hanno obbligati a evacuare un vasto territorio, e non hanno fatto alcun tentativo di avvicinarsi a noi. Se pensano che siamo degli animali, come le lepri, ad esempio, ci ucciderebbero anziché stordirci, paralizzarci per un po' di tempo e poi lasciarci andare. Mi sembra che questo non sia un comportamento nemmeno da mostri spaziali.»

«Allora...»

«Meglio dormire» disse Lockley. «Domani sarà una lunga giornata faticosa.»

«Avete ragione» convenne Jill, con riluttanza. «Buona notte.»

«...notte» rispose Lockley.

Ma Lockley non dormì. Si sentiva preoccupato per la presenza degli animali selvaggi. Nel Parco vivevano animali predatori, e lui era armato soltanto di una clava improvvisata. Comunque la maggior parte degli animali, per istinto, cercavano di evitare l'uomo.

Gli orsi grigi, prima dell'arrivo dell'uomo bianco, si potevano considerare la specie dominante del Nord America. Facevano irruzione negli accampamenti indiani per portar via la preda di cui si sarebbero cibati. La lancia e le frecce degli indiani erano assolutamente inefficaci contro di loro. Si raccontava che quando Stonewall Jackson, tenente dell'Esercito degli Stati Uniti, venne assegnato alla protezione delle carovane dei bianchi, un giorno fu improvvisamente assalito da un orso, nonostante il numero degli uomini. Il tenente Jackson montava un cavallo cieco da un occhio, e manovrò in modo da caricare l'orso mantenendolo sul lato da cui il suo cavallo non poteva vedere la belva, e con la sciabola tagliò in due il cranio dell'orso.

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